La Guardia di Finanza di Bergamo, al termine di un’indagine durata un anno e mezzo, ha scoperto un’evasione fiscale di circa 50 milioni di euro e denunciato alla Procura della Repubblica di Bergamo 8 persone. Le Fiamme Gialle bergamasche, al termine di complesse ed articolate indagini di polizia economica e finanziaria, hanno fatto emergere un sistema di frode ed evasione fiscale che permetteva ad alcune aziende coinvolte di praticare prezzi favorevoli da potersi aggiudicare commesse a discapito di altri concorrenti, lavorando anche presso importanti acciaierie a livello nazionale.

In questo modo avevano lasciato intendere di poter fronteggiare la crisi economica, garantendo forza lavoro ed aggiudicandosi considerevoli appalti. Le indagini, iniziate a gennaio 2011, hanno consentito di ricostruire integralmente i volumi d’affari delle societa’ verificate e di quantificare una base imponibile recuperata a tassazione ai fini delle imposte sui redditi per circa 50 milioni di euro ed un’Iva evasa pari a circa 12 milioni di euro. In particolare, il meccanismo fraudolento era costruito su cessioni di quote societarie fittizie, intestazioni di societa’ a ”prestanomi” e trasferimenti di sede. Addirittura una delle societa’ coinvolte, nel tentativo di eludere i controlli, in un anno e mezzo ha trasferito la propria sede 4 volte: prima a Milano, poi a Palmi, successivamente a Napoli ed infine a Modena, mutando, nel contempo, i legali rappresentanti. Le operazioni di controllo hanno permesso di attribuire responsabilita’ precise agli 8 amministratori, sia di fatto che di diritto, succedutisi nel tempo alla guida delle societa’, che sono stati denunciati per i reati di omessa presentazione di dichiarazione fiscale, presentazione di dichiarazione infedele e per occultamento o distruzione di documenti contabili.

 

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