La questione intercettazioni gia’ da tempo avrebbe dovuto trovar una soluzione. Questa considerazione, fatta dal Capo dello Stato a margine della festa della Guardia di Finanza, a L’Aquila, rida’ forza alle istanze del Pdl che, con il capogruppo in commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa, torna a chiedere un immediato ritorno all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula della Camera del provvedimento che riforma gli ‘ascolti’.
E che da mesi i pidiellini cercano di riportare invano sul tavolo della trattativa che si e’ aperta nella maggioranza sui temi della giustizia. Il presidente della Repubblica, tirato in ballo, per via di alcune intercettazioni che coinvolgono il Colle, nell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, ha dichiarato che la riforma di questa materia ”e’ una scelta che spetta al Parlamento”. Ma poi ha precisato che si tratta di una questione che gia’ da tempo andava ”affrontata e risolta sulla base di un’intesa la piu’ larga possibile”. ”Per la verita’ – ha detto – si tratta di una scelta da molto tempo all’attenzione del Parlamento, e se e’ da molto tempo in Parlamento, vuol dire che si tratta di una questione che gia’ da tempo doveva essere affrontata e risolta sulla base di una intesa la piu’ larga possibile”. Il Pd, intanto, con il vice segretario Enrico Letta e il responsabile Giustizia Andrea Orlando, esprime ”preoccupazione per le notizie apparse oggi sulla stampa a proposito di intercettazioni riguardanti conversazioni del Presidente della Repubblica”. Ed annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare ”per sapere se tali notizie corrispondano al vero e su quali basi giuridiche e quali presupposti di fatto siano state eventualmente disposte”. ”Tali intercettazioni – affermano – costituirebbero un caso senza precedenti nella storia del Paese”. In attesa di un chiarimento, a molti parlamentari del Pdl una ”presa di posizione” come quella di Napolitano ”sulle intercettazioni” non solo ”piace”, ma ”rida’ forza e speranza”. Cosi’, in serata, Costa rilancia: ”Auspico che fin dalle prossime settimane il provvedimento sulle intercettazioni possa essere discusso nell’Aula di Montecitorio. Troppe criticita’ emergono quotidianamente e rendono indifferibile una riforma seria, equilibrata, condivisa. Non abbiamo mai smesso di esprimere queste considerazioni e auspichiamo che molti nel tempo siano giunti a condividerle. Non e’ un tema di parte ma un termometro della civilta’ giuridica del nostro Paese”. Il testo, ormai in seconda lettura alla Camera, e’ all’esame dell’Aula dal luglio 2010