Per ora non ci sarebbe in vista nessuna convocazione dell’ex Presidente dei Dl Francesco Rutelli né tantomeno una sua possibile iscrizione nel registro degli indagati, neanche come possibile atto dovuto. La Procura di Roma tenderebbe a giudicare come “poco credibili” le accuse che il senatore Luigi Lusi ha mosso agli ex vertici della Margherita nell’interrogatorio fiume di sabato scorso nel carcere di Rebibbia. La Procura però farà accertamenti sulla documentazione fornita dall’ex tesoriere, in particolare su un appunto scritto di pugno da Francesco Rutelli, nel quale si parlerebbe di 600 mila euro da destinare alla corrente dell’ex presidente Dl. Consegnata anche una nota di Rutelli scritta al computer e due mail di Lusi destinate a Rutelli nelle quali in dieci pagine il patto 60-40% verrebbe esplicitato.
Il presidente dell’Api, intanto, presenterà domani una denuncia per calunnia nei confronti di Lusi, a seguito delle “mostruose e grossolane calunnie”, è detto in una nota, riportate da diversi organi di stampa. Lo scetticismo degli inquirenti scaturito dalle dichiarazione del senatore potrebbe indurre gli stessi pm a dare un parere negativo di fronte ad una richiesta di rimessione in libertà o, in subordine, di una misura meno afflittiva del carcere. Ciò non vuol dire che non saranno avviate quelle attività di riscontro sulla gestione dei fondi del partito invocate dall’ex tesoriere della Margherita. Al vaglio degli inquirenti c’é, tra l’altro, la corrispondenza tra Lusi e Rutelli che a partire da domani saranno oggetto di valutazione con il procuratore Giuseppe Pignatone. In particolare gli accertamenti verteranno sull’appunto autografo inviato dall’ex presidente Dl a Lusi nel 2009, quando il partito era ormai sciolto, nel quale si fa esplicito riferimento ad una parte dei fondi, 600 mila euro, da destinare “alla corrente dei rutelliani”. Nel corso dell’interrogatorio, Lusi avrebbe detto a gip e pm che nella distinta di quel versamento “100 mila euro erano stati destinati, in due tranche, a Matteo Renzi”, attuale sindaco di Firenze. Più dettagliate, invece, le due mail inviate da Lusi a Rutelli nelle quali, in dieci pagine, il patto 60% (Popolari) e 40% (rutelliani) sarebbe meglio esplicitato. Per gli inquirenti, tuttavia, restano, secondo voci circolate a piazzale Clodio, le perplessità su alcune circostanze raccontate da Lusi, accusato della sottrazione di almeno 25 milioni di euro dalle casse del partito. Tra queste le giustificazioni date sugli acquisti dell’appartamento di via Monserrato e della villa di Genzano, spacciati in esecuzione di un mandato fiduciario quando la stessa moglie di Lusi, Giovanna Petricone, ha dichiarato che entrambi gli immobili furono comprati dal marito per interessi personali.