Quattro esponenti del clan Perreca, attivo a Recale, nel casertano, sono stati fermati dagli agenti della Squadra mobile di Caserta con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I provvedimenti sono stati firmati dai pm della Direzione distrettuale antimafia.
Le indagini condotte dalla squadra mobile casertana, diretta dal vice questore Angelo Morabito, avrebbero accertato che i reggenti del clan, fino a pochi mesi fa sottoposti all’obbligo di soggiorno nel Lazio, avevano richiesto e ottenuto l’autorizzazione a ritornare nel comune di origine subito dopo la disarticolazione da parte della polizia casertana del clan avverso con il quale si contendeva il controllo delle attivita’ estorsive. Tra i fermati l’attuale reggente del clan Giovanni Perreca, da poco scarcerato dopo una lunga condanna per omicidio, il quale nonostante fosse sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per sfuggire ai controlli della polizia convocava tramite gli emissari del clan gli imprenditori per intimargli il pagamento delle tangenti.
Le indagini della Squadra Mobile di Caserta, coordinate dalla DDA partenopea, evidenziano la martellante attività estorsiva a cui è sottoposta l’imprenditoria casertana: appena sgominato un clan, ne subentra subito un altro pronto a coprire il vuoto lasciato dal precedente. Una sorta di principio dei vasi comunicanti che vede sempre e inesorabilmente nella veste di vittime imprese e professionisti. Le trascrizioni delle intercettazioni tra estorsori e vittime pone in evidenza anche la grave situazione di crisi che stanno vivendo gli imprenditori, talvolta impossibilitati a corrispondere le richieste di “pizzo”. Comunque, il clan Perreca, fino a stamani non ancora decapitato, vantandosi per l’alta affidalibità dei suoi membri, mai pentitisi, avvia una campagna estorsiva “a tappeto” nei confronti delle imprese della zona di Recale. Tanto da convocare più appuntamenti al giorno con le vittime e confondendo le richieste di “pizzo” da imporre. Antimo Mastroianni, cognato del boss Giovanni Perreca, viene intercettato mentre parla con un professionista, che chiameremo “P”. P: “Antimì, qua la situazione è drammatica. Ci sta la gente in cassa integrazione, la gente non ci paga…”. Mastroianni: “dacci solo una cortesia…” (l’estorsore chiede alla vittima di corrispondere comunque qualcosa malgrado la crisi, ndr). “E che regalo vi devo fare? Dai non…”, risponde la vittima, “Antimo, non mi mettete…non mi mettete in difficoltà, perché…”. Mastorianni: “tu non vuoi cacciare niente?”. “Non ci stanno soldi e testa quindi…”, risponde il professionista. All’incontro prende parte anche il boss Perreca il quale si accorge che la persona che ha davanti non è quella che aspettava. Perreca: “come vi chiamate voi?”. L’imprenditore risponde con il suo nome. “Ma allora non…ma io sto aspettando… ma a chi hai pigliato? Quello è un altro appuntamento fuori la Torre…”, dice Perreca rivolgendosi all’emissario incaricato di condurre la vittima al suo cospetto.