MADDALONI – L’idea di trapianto di cute da un cadavere può forse mettere i brividi. Ma se l’alternativa sono le ulcere cutanee, le terribili e dolorose piaghe da decubito, allora anche il paziente con meno coraggio deciderà molto probabilmente di affrontare questo tipo di intervento. Si tratta di una delle operazioni che si effettuano nella Casa di cura ‘San Michele’ di Maddaloni (Caserta), nell’ambulatorio vulnologico per la cura delle lesioni difficili diretto da Alessandro Crisci.

Ambulatorio aperto a tutti coloro che ne hanno bisogno, sia pazienti campani che extraregionali, colmando così una grave lacuna assistenziale. Difficilmente, infatti, chi soffre di piaghe da decubito o di ulcere distrofiche agli arti inferiori o postoperatorie, in sede sacrale o in altre sedi, sa a chi rivolgersi per affrontare e risolvere correttamente il problema. Così si finisce spesso per seguire metodi non sempre ortodossi che finiscono per allontanare il paziente dalla guarigione e, spesso, ampliare le dimensioni del problema e accrescere soprattutto le sofferenze. Nell’ambulatorio viene applicato un prodotto ideato proprio nella clinica e in via di approvazione. E vengono anche utilizzati strumenti di valutazione delle condizioni lesionali e perilesionali quale l’arteriografia, il doppler arterio venoso, l’ossimetria transcutanea che permette di valutare in sede perioperatoria la vascolarizzazione e l’ossigenazione dei tessuti stessi. Inoltre il corretto inquadramento delle lesioni stesse pone le migliori basi per la cura delle stesse, utilizzando prodotti di ultima generazione come la cute artificiale e del trapianto cutaneo da cadavere in uso dal 2005 ed eseguita per la prima volta in assoluto proprio da Crisci. Si tratta di una lesione ischemica in soggetti senza alcuna evidenza di arteriopatia periferica, ma con ipertensione arteriosa prevalentemente diastolica mal controllata, più frequentemente nel sesso femminile, nell’età compresa tra i 40 e gli 80 anni. “Abbiamo verificato la notevole utilità di questa metodica nel migliorare l’ulcera – dice Crisci – sia in termini di dimensioni che in termini di sintomatologia fino alla completa guarigione”.

 

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