Una Lega calcio “insignificante” e una stilettata, rivolta all’ex pm di Calciopoli Narducci ed a Marco Travaglio per assicurare che non ci sarà nessun colpo di spugna. All’indomani della sconfitta in finale con la Spagna, ma anche di un Europeo definito assolutamente positivo, il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete coglie l’occasione per uno sfogo insolito per il suo solito aplomb. E da cui parte per disegnare il futuro di una federazione e di una nazionale che saranno sempre più a marchio Prandelli.
Dal contributo dei club non si può però prescindere ed è proprio in questo che Abete individua le maggiori responsabilità. “Il problema principale – ha detto – è che mai la Lega ha avuto con noi un ruolo così insignificante: non ha rappresentanti nel consiglio federale, non è determinante, come in passato, nell’elezione del presidente. C’é una sommatoria di interessi individuali che ha fatto venir meno una proposta e quindi una possibilità di interlocuzione”. Anche se sono pure i calendari internazionali che comprimono lo spazio per gli Azzurri. “In due anni – ha detto – avremo a disposizione nove settimane. Dobbiamo puntare ad un lavoro giornaliero che coinvolga anche le giovanili per integrarle in un progetto. Il problema però rimane sempre il ruolo delle nazionali rispetto ai club”. Abete ha parlato anche dei temi legati alla giustizia sportiva, rivolgendosi, in particolare all’ex pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci ed al giornalista Marco Travaglio. “Voglio tranquillizzarli – ha detto – nessuno mai ha pensato a indulti o colpi di spugna. Neanche se avessimo vinto noi 4-0. Poi capisco che bisogna presentare i libri, ma la federazione non ci ha davvero mai pensato, chi commette degli errori paga. Narducci, che ho visto ha avuto problemi anche come assessore con De Magistris a Napoli, può stare tranquillo. Una sola cosa dico: io ho sempre tifato Italia, e mi vergogno di chi non tifa Italia”. Ripartire, quindi, da Prandelli. “E’ stato un bell’europeo – ha detto – la federazione è molto soddisfatta per il risultato raggiunto, per il gioco espresso e per l’immagine che ha dato in un momento così difficile per il calcio italiano. Ha riconciliato la nazionale con i tifosi e questo è un patrimonio che va valorizzato”. Abete, che ha ringraziato Napolitano e Monti per la vicinanza e la Polonia per la “straordinaria accoglienza”, ha così parlato di una “fase di riflessione della politica sportiva” per assecondare e sostenere il cambiamento propugnato da Prandelli. Secondo Demetrio Albertini, vice presidente federale e capo delegazione agli europei ha rilanciato, come esempio, anche la possibilità, ormai divenuta la norma in tutta Europa, che i grandi club allestiscano delle seconde squadre per permettere ai giovani di maturare.