AVERSA – Non ci fu alcuna estorsione dietro quella consegna di denaro alla Stazione Termini di Roma; fu solo il risarcimento per un debito maturato per l’acquisto di droga. Per questo Daniela Iannarella, 25 anni di Aversa e’ stata assolta dall’accusa di concorso in estorsione e rapina. E adesso sara’ anche risarcita per l’ingiusta detenzione subita dal 24 luglio al 27 ottobre 2009 (prima in carcere e poi ai domiciliari). Si e’ chiusa cosi’ una ‘storia’ che all’epoca conquisto’ le pagine dei giornali.
Soprattutto dopo le dichiarazioni della donna che denuncio’ l’estorsione: disse che la Iannarella, che nel processo e’ stata difesa dall’avvocato Rocco Marsiglia, si era presentata come nipote di Francesco Schiavone, detto ‘Sandokan’, boss dei Casalesi. Ma dalle verifiche fatte, non risulto’ alcuna parentela con il boss. La vicenda trae origine da una denuncia, presentata ai carabinieri di Frascati. Una donna disse che, per cancellare dei debiti contratti dal compagno per l’acquisto di droga, la Iannarella, insieme con il fidanzato, aveva preteso denaro (in totale, 80 mila euro). Il 23 luglio 2009, la donna si presento’ ai carabinieri dicendo di avere ricevuto una nuova richiesta di denaro, 3.500 euro, e di avere fissato un appuntamento alla Stazione Termini per la ‘consegna’. L’incontro fu monitorato dai carabinieri, che arrestarono quelli che erano stati indicati come gli estorsori. Iannarella da subito sostenne che non c’era alcun debito e che quella somma le era dovuta per la sua attivita’ di baby-sitter. Nel successivo processo col rito direttissimo, secondo la V sezione penale del tribunale di Roma, emersero tanti lati oscuri. Gli insuperabili aspetti di dubbio, quindi, portarono all’assoluzione della donna con la formula ‘perche’ il fatto non sussiste’. I giudici inoltre, valutando le incongruenze nei racconti processuali di tutte le parti, hanno ritenuto di accogliere la richiesta di risarcimento per una cifra di 11 mila.