«Con questo album, volevo creare della musica che aiutasse la gente a liberarsi dalla malinconia e la facesse sentire sollevata, felice». Con queste parole Asa (si pronuncia Asha), talentuosa cantautrice franco-nigeriana, ci fornisce una guida, una sorta di introduzione all’ascolto del suo secondo lavoro discografico. “L’ho chiamato “Beautiful Imperfection” – continua la musicista dagli spessi occhiali da nerd – perchè il mondo ha tante imperfezioni,ma sono proprio queste a renderlo meraviglioso”.
L’intento che l’artista si era prefissato, credo sia stato raggiunto pienamente: l’atmosfera che si respira durante l’ascolto è senza dubbio gioiosa,festante,rilassata. C’è un pò di tutto in questo disco: c’è allegria ma anche introspezione, in uno stile musicale che è debitore del sound “Motown”,di Bob Marley e della world music. La produzione è tuttaltro che imperfetta; il suono scorre via fluido,pulito e levigato e il cantato porta in dote echi della migliore Erikah Badu.
La tracklist si apre subito in uptempo con quello chè è poi diventato il secondo singolo, “Why Can’t We”, brano che lievita leggero e dondolante come i palloncini del suo video,con la voce d’ebano che svetta tranquilla sui fiati timidi. Sfizioso l’ukulele nel finale. “Maybe” è accattivante,avvolgente con i suoi carrillon e il suo moog. Fa muovere i piedi con classe, senza frenesia. “Be My Man” è il perfetto primo singolo,travolgente pezzo soul da classifica che trascina in una danza sfrenata. Il suo video è un chiaro e simpatico omaggio alla scena della tavola calda del film “Blues Brothers”. “Preacher Man” smorza decisamente i toni: è un blues accennato, elegante, che poi si eleva quasi in un’invocazione. “Bimpe” è il primo brano cantato in Yoruba, nobile lingua africana. È solare,spensierato ed estremamente orecchiabile, con una drum machine che pompa sulla chitarra pizzicata.”The Way I Feel” è sofisticato e intenso. Sembra uscito direttamente da uno di quei fumosi club jazz che si vedono nei film. Il contrabbasso si divide perfettamente la scena con i fiati. “Ok Ok” ha un suono molto “americano”, frutto di un efficace lavoro alla chitarra acustica. Un pizzico di elettronica arriva in ausilio di “Dreamer Girl”, traccia fatta di melodia e morbidezza. “Ore”, altro brano in lingua Yoruba, è costruito su una ritmica fatta di percussioni e su una melodia esotica,arabeggiante. In “My Baby Gone” la voce di Asa primeggia dolce e triste su una chitarra acustica e una batteria di puro accompagnamento. Con “Broda Ole”, terza e ultima canzone in Yoruba, torna il buon umore grazie ad un atmosfera quasi country. L’album si chiude con l’ammaliante “Questions”, interessante intreccio di pianoforte e sax soprano.
Asa ha fatto davvero un buon lavoro: “Beautiful Imperfection” è una costruzione pop di ottima sostanza,che si lascia apprezzare nella sua totalità senza cadute di stile.
Antonio D’Antò
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