“La riforma delle circoscrizioni giudiziarie risponde a una necessita’ da tempo sostenuta dall’Associazione nazionale magistrati”. E’ quanto sottolinea l’Anm per la quale pero’ “le rigidita’ contenute nella legge delega, come il necessario collegamento fra tribunale e citta’ sede di capoluogo di provincia

e il numero minimo di tre tribunali per ciascuna corte d’appello, hanno impedito interventi piu’ incisivi e razionali”. In ogni caso, “e’ motivo di soddisfazione constatare come il decreto approvato dal Consiglio dei ministri faccia proprie alcune esigenze evidenziate con forza dall’Anm”. L’Associazione nazionale magistrati ricorda fra queste “la necessita’ di conservare il rapporto diretto fra procure e tribunali, rapporto effettivamente salvaguardato ad eccezione del solo caso di Napoli Nord, che l’Associazione si riserva di approfondire; l’opportunita’ di tenere conto di alcune realta’ locali, caratterizzate da situazioni di particolare criminalita’. L’intervento, tuttavia – avverte l’Anm – non sara’ indolore e gravera’ anzitutto sui magistrati, sul personale ausiliario e sul Foro degli uffici soppressi, con disagi rilevanti anche di natura personale”. Per l’Anm, “dovra’ essere cura del ministero della Giustizia e degli enti locali fornire le risorse e dei dirigenti degli uffici accorpanti adottare gli schemi organizzativi che consentano, al tempo stesso, di alleviare tali disagi e di conseguire i migliori obiettivi di efficienza. Risorse adeguate e buona organizzazione, insieme con l’individuazione di opportune soluzioni logistiche, sono indispensabili per ottenere la migliore riuscita della riforma e per evitare il protrarsi di un faticoso periodo transitorio”.

 

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