Tradito dalla combinazione di mescole (dura, dura, morbida), e dalle soft nel momento decisivo della gara, Fernando Alonso si è visto sfilare di mano il Gp di Gran Bretagna al giro 48, dopo un Gp dominato dall’inizio fino a quel punto. Bravissimo, va detto, l’inseguitore, l’australiano Mark Webber,
che come e solo lui ha vinto due gare quest’anno (Monaco e oggi Silverstone), capace di arrivare al secondo pit stop dopo due turni di gomme morbide a soli 5″ dallo spagnolo e di superarlo nel finale, approfittando della miglior resa degli pneumatici. Sul podio l’altra Red Bull di Sebastian Vettel. Appena staccato dal campione del mondo, e a 9″5 dal vincitore, un ottimo Felipe Massa, capace di esprimersi ai livelli dei migliori. Grazie alla sua prestazione la Ferrari fa un balzo in classifica costruttori, da quarta a seconda, 152 contro i 209 della Red Bull, mentre Alonso resta in vetta in quella dei piloti, subendo un avvicinamento di Webber da 20 a 15 punti, 129 contro 114. Dietro, a punti Raikkonen, Grosjean, Schumacher, Hamilton, Senna e il deludente Button. La McLaren Mercedes è la grande sconfitta del Gp di casa. Dunque bene così, anche se la gara ha dimostrato come oggi Alonso avrebbe potuto dare un bel colpo al mondiale, arrivare davanti a tutti “noiosamente”, come aveva sperato ieri. Grande è stata la sua partenza, sotto il sole, finalmente, nel Northamptonshire, dopo l’inferno di fango di ieri e venerdì, per la scelta della mescola dura: tra i Top Ten solo lui e Hamilton l’hanno fatta, con opposti risultati. Sotto lo sguardo di Hugh Grant, e quello non altrettanto diretto di Mister Bean, la sua manovra è stata anche più fulminea di quella di Webber, che con un prodigioso scarto a sinistra ha tentato di superarlo, inutilmente. E grande anche la partenza di Massa, che dopo un duello con Raikkonen, ha finito per scavalcare Vettel, che in un contatto ha perso un pezzo d’alettone, prendendosi la quarta posizione. A un certo punto lo ha pure sorpassato, Vettel, ma dopo la prima sosta si è trovato dietro. Hamilton, partito ottavo e andando alla sosta più tardi, a un certo punto si è trovato in testa. Ma Alonso, con gomme ancora dure ma più fresche dopo il pit, lo ha raggiunto e superato al giro 19. Hamilton ha reagito, riprendendosi la vetta, ma subito dopo lo spagnolo lo ha risuperato: bel duello. Dopo i secondi pit stop, Alonso è rimasto in testa, con 4″ su Webber, 10 su Vettel, 14 su Massa, 19 su Raikkonen. Intanto si è rischiato un disastro con la sosta di Kobayashi, arrivato lungo al box, dove ha travolto come birilli una serie di meccanici, senza fare troppi danni, secondo un primo sommario esame della situazione in Sauber. Con le gomme morbide, per percorrere ancora 14 giri, lo spagnolo ha cercato di controllare il consumo, memore dei problemi enormi avuti in Canada, nel finale, quando l’usura degli pneumatici gli fece perdere alcune posizioni, per il quinto posto finale. E infatti l’australiano si è fatto sotto, lo ha raggiunto al 45/o giro, ingaggiando il duello finale, ancora al sole: a questo punto vien da dire purtroppo. Il sorpasso al 48/o passaggio, inesorabile, nostante il contrattacco di Alonso. Un regolamento strano (Drs, scelta obbligata delle gomme) dunque ha messo in condizione la Ferrari di non difendere una gara dominata dall’inizio fin quasi alla fine. E’ una regola uguale per tutti, e dunque non svantaggia nessuno. Ma può eliminare il gusto di difendere la posizione conquistata col proprio talento e le qualità della propria vettura. Oggi è apparso chiaro. Il mondiale è migliorato, non si può dire che le gare siano noiose (oggi è stata avvincente, si sono visti moltissimi sorpassi), ma ci sono alcune assurdità che potrebbero essere agevolmente corrette. La Ferrari si prepara ad andare in Germania comunque rafforzata nelle proprie ambizioni. La Red Bull è praticamente raggiunta come prestazioni. E Alonso è ancora in testa. Ventinove punti in più di quello che appare il vero rivale, Vettel, e 39 in più su Hamilton, l’altro grande da battere.