E’ la provincia di Caserta il territorio campano in cui gli impianti di depurazione risultano maggiormente “non conformi” alle disposizioni di legge. Il dato emerge dall’indagine di Goletta Verde di Legambiente sullo stato di salute del mare campano. Secondo l’analisi, nel casertano il 65 per cento degli impianti, durante i controlli effettuati dall’Arpac nel 2011, è risultato non conforme. Sono 102 gli impianti di depurazione operativi nel casertano, di cui 3 di grandi dimensioni e per questo definiti ‘regionali’ e soltanto il 15 per cento ha ottenuto una valutazione “buona”.

Non migliore è lo stato dei depuratori nella provincia di Napoli dove i controlli ai sei grandi impianti regionali hanno rilevato che il 44 per cento non è conforme, mentre in provincia di Salerno, che conta ben 200 impianti di depurazione, su 74 controlli, è risultato “non conforme” il 57 per cento. Da Legambiente non solo un allarme relativo alle condizioni dei depuratori campani, ma anche per “la profonda crisi e l’agonia” in cui versa l’Arpac. “L’agenzia – ha denunciato Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania – non è posta nelle condizioni di svolgere le attività obbligatorie previste dalla legge. E’ – ha aggiunto – sottodimensionata come personale e in procinto di perdere altre 130 unità che sono in scadenza di contratto”. Secondo quanto riferito, a norma di legge, l’Agenzia dovrebbe svolgere 24 controlli l’anno sugli impianti di depurazione, mentre a causa di questa situazione ne svolge “soltanto” 12. Da qui l’appello dei rappresentanti di Legambiente alla Regione Campania affinché “dia una vera svolta alla realizzazione dei servizi idrici tra cui quelli depurativi e avvii una decisa azione di potenziamento dell’Arpac”. ù

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