QUARTO – Un pezzo di legno, a forma di teschio, è stato trovato questa mattina dinanzi alla porta dell’ufficio tecnico del comune di Quarto (Napoli). Il pezzo di legno era all’interno di una busta nella quale c’erano anche i numeri di utenza telefonica di due magistrati della Dda.
La Direzione distrettuale antimafia di Napoli sta conducendo le indagini sul rilascio delle licenze edilizie nello stesso comune. A Quarto nei giorni scorsi i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta su presunte infiltrazioni infiltrazioni del clan camorristico Polverino nel comune; un clan che avrebbe particolari interessi nel campo dell’edilizia. A seguito dell’apertura dell’inchiesta, il sindaco Massimo Carandente Giarrusso, benché non indagato, ha annunciato le proprie dimissioni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale caserma e quelli del Comando provinciale di Napoli. Il teschio, del tutto simile a quello umano, sulle prime ha ingannato i più, ma successivamente è risultato essere di legno. E’ stato lasciato sulla maniglia della porta di ingresso dell’ufficio di Giulio Cecere, il dirigente dello stesso ufficio tecnico, che risulta indagato nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli con altre tre persone, sulle concessioni edilizie rilasciate favorendo il clan camorristico facente capo a Polverino. La scoperta è stata fatta subito dopo l’apertura dell’ufficio, intorno alle 8,00, che si trova al primo piano di un edificio delle case popolari di corso Italia. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, prontamente accorsi sul posto, alcuni dipendenti, mentre timbravano il cartellino orario d’ingresso, hanno individuato la busta con il suo macabro contenuto. Sono state avviate le indagini che dovranno chiarire se la busta, un chiaro avvertimento di stampo camorristico, sia stata posta prima dell’apertura dell’ufficio, oppure lasciata lì subito dopo l’apertura, nella ressa che si crea nel timbrare il cartellino di ingresso all’orologio marcatempo, posto proprio accanto alla porta del dirigente. Altra ipotesi: il macabro involucro poteva essere lì sin da venerdì pomeriggio, posta prima dell’orario di chiusura, collocato mentre si effettuavano le pulizie dei vari uffici. I carabinieri della stazione di Quarto, dopo aver repertato la busta ed il suo contenuto ed avvertito la magistratura napoletana che conduce le indagini sulle concessioni edilizie clonate, hanno sentito alcuni dipendenti del comune e convocati i responsabili e gli operai della ditta di pulizia per risalire all’ autore del gesto.