MARCIANISE. Una madre straziata dal dolore, lacerata nell’animo da quel vuoto improvviso al quale tenta di sopravvivere, riempito solo da momenti di rabbia e disperazione. E’ Maria Rosaria Mastroianni di Marcianise:
ha perso la figlia Maria Ammirati per un caso di malasanità, ora al centro di un’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere che vede indagati medici e sanitari dell’ospedale di Caserta. La sua dolce Maria, che aveva compiuto 36 anni il 2 maggio scorso, è morta insieme con il bambino che portava in grembo (era al quinto anno di gravidanza) e che aspettava dall’amatissimo compagno Giancarlo, con il quale viveva a San Benedetto di Caserta. E’ morta il 29 giugno dopo quattro giorni caratterizzati da ‘eventi’ tuttora inspiegabili, sicuramente dalla cattiva gestione del caso da parte dei medici, secondo la tesi dei magistrati. Mentre si attende il responso dell’autopsia, con i risultati degli esami istologici che probabilmente arriveranno a fine mese ed attesi anche dal medico legale di parte scelto dalla famiglia, Maria Rosaria Mastroianni ha deciso di parlare, di raccontare il suo dolore, aiutata nel difficile compito di ricostruire la vicenda, ma senza voler entrare nei particolari dell’inchiesta, dalla nuora Imma Basile, consorte di uno dei suoi due figli maschi. “Maria è stata uccisa dai medici, loro me l’hanno ammazzata, voglio giustizia”: questo il succo dell’intervista a cuore aperto rilasciata dalla donna.
Signora Mastroianni, sua figlia e il suo bambino che doveva nascere non ci sono più, cosa si aspetta adesso, in questi momenti in cui la ferita è ancora aperta e fa male, molto male?
“La mia paura è che chi ha ucciso mia figlia per negligenza possa farla franca. Ma loro, i medici incompetenti, me l’hanno ammazzata. Devono pagare per questo. E’ difficile credere nella giustizia quando ci si trova in situazioni come queste, ma la pretendo questa giustizia; e la pretenderò fino all’ultimo dei miei giorni”.
Lei era riuscita a superare il dolore per la morte, nel gennaio 2011, di suo marito, che si lasciò andare ad un insano gesto, adesso un altro dolore le ha distrutto l’anima. Cosa si sente di dire?
“Chi mi ridarà più mia figlia? Maria erail fiore della mia vita. Lei e il suo compagno Giancarlo, ma un po’ tutti noi, stavamo aspettando la nascita del bambino come un evento per il quale gioire per una vita intera. Era la svolta della sua esistenza. Ma in rapida successione ho perso prima mio nipote, poi mia figlia”.
I dolori lancinanti all’altezza della pancia cominciarono domenica 24 giugno, poi il giorno dopo sua figlia decise di andare all’ospedale di Caserta per capire cosa stesse accadendo.
“Ricordo bene quel lunedì. All’ospedale si recò con il compagno. Già capimmo che c’era completo disinteresse ma questo saranno i giudici a doverlo stabilire. Posso dire che dovette aspettare due ore prima di essere visitata quando era chiaro che si trattava di un’emergenza. Mi chiamò alle 11 di sera per tranquillizzarmi, le avevano detto che probabilmente poteva trattarsi di una colica renale”.
Ma i dolori continuarono nei giorni successivi.
“Il martedì, intorno alle 19, andò al’ospedale di Marcianise e subì il primo tragico responso: le dissero che il caso era delicato, che avrebbe dovuto andare a Caserta perché aveva perso il bambino. A Caserta iniziò il nuovo calvario: fu sottoposta a due interventi chirurgici il mercoledì, poi mi fu detto che ci voleva solo un miracolo per salvare mia figlia. L’avevo vista il martedì viva, distrutta per la perdita del bambino, ma ancora decisa a lottare per capire cosa le stava capitando. Poi la rividi morta il giovedì, intorno alle 14, quando mi fu comunicato il decesso”.
Com’era Maria?
“Era un periodo felice per lei. Aveva trovato l’amore della sua vita, aspettava quel bambino come il coronamento di un sogno. Lo chiamava il mio Calogerino, perché amava la Sicilia. E amava gli animali. Pensi che un giorno organizzò una raccolta di fondi per il canile di Caserta. Inoltre in auto portava sempre qualcosa da poter dare ai cagnolini abbandonati che trovava per strada. Maria aveva un cuore d’oro. Era riuscita a superare lo choc della morte di mio marito, per la quale era tornata da Londra, dove aveva seguito un importante stage nel campo della moda, per stare vicino a me ed alla famiglia”.
Adesso è la cognata di Maria, Imma Basile ad intervenire. “Noi vogliamo solo che si sappia che questo è un caso di malasanità ed andremo fino in fondo per sapere la verità . Pensi che all’ospedale di Marcianise non chiamarono neppure un’ambulanza per il trasporto a Caserta. Ci dissero che era meglio accompagnarla in proprio, avremmo fatto prima. Anche io non so darmi pace per questa tragedia, così come il compagno Giancarlo, del quale Maria era innamoratissima, e tutti noi familiari. Ci affidiamo al nostro legale e soprattutto alla giustizia, sperando che sapremo la verità”. Il resto è storia nota: Maria è morta giovedì 29 giugno. Un caso che ha sconvolto l’intera provincia di Terra di Lavoro.
Carlo Pascarella