NAPOLI – In Commissione Patrimonio e Personale, presieduta da Vincenzo Varriale, il Direttore Generale del Comune, Silvana Riccio, ha illustrato la proposta di riforma della macchina comunale, riforma la cui elaborazione la Commissione ha accompagnato, come ha ricordato il Presidente Varriale in apertura, con diverse riunioni svolte nei mesi scorsi.

La premessa generale della dottoressa Riccio, che ha illustrato il piano, è stata che si tratta di una “macroorganizzazione in progress” che nasce come riforma “possibile” in questo momento, condizionata dai vincoli posti dalla verifica in corso del dato sulla spesa per il personale. Da qui il carattere sperimentale dell’intervento che, però, ha precise linee di indirizzo e presenta novità importanti. Ultima precisazione, fatta in premessa dal Direttore Generale, è che si tratta di un piano “non calato dall’alto” ma elaborato, dagli stessi uffici della Direzione generale con il supporto gratuito del Formez attraverso una puntuale analisi dei processi e delle funzioni dei singoli servizi e con la partecipazione anche del personale comunale il quale, in un apposito Forum, ha potuto fare proposte, alcune delle quali recepite.

L’accento va messo, ha concluso il Direttore Generale, sulle novità introdotte, e in particolare quella dell’istituzione di un Centro Unico per gli Acquisti e le Gare (in recepimento di un indirizzo del Consiglio in fase di approvazione del Bilancio di previsione) che risponde alla duplice esigenza di risparmio e di trasparenza e quello dell’istituzione di un Servizio per la gestione di tutte le banche dati del Comune al fine di garantire che tutti i sistemi informativi, da quello dell’anagrafe a quello dei tributi, dialoghino tra loro.

Obiettivo centrale dell’elaborazione del piano è stato quello di garantire funzionalità ed efficacia ai servizi comunali tenendo presenti le esigenze dei cittadini; l’effetto che ne conseguirà, ha concluso il Direttore Generale, sarà quello dell’economicità dell’azione amministrativa sulla quale vigilerà un’ apposita struttura  della Direzione Generale, assieme all’ufficio per lo Sviluppo Organizzativo che dovrà appunto analizzare il rapporto costi/benefici.

“Il Comune Nuovo” è il titolo del piano che funzionari della Direzione Generale Giuseppe Cozzolino, Cristina Pirolo e Sergio Aurino hanno esposto con slide riassuntive incentrate sull’analisi delle criticità, l’esposizione degli obiettivi e il metodo adottato, con esempi più approfonditi della reingegnerizzazione di alcuni servizi e processi particolarmente complessi, come quelli facenti capo al settore dell’edilizia privata. Alcuni obiettivi sono stati posti al centro della rimodulazione della struttura organizzativa, quelli nei quali è più sensibile la necessità di innovazione, e cioè: il Centro Unico per gli Acquisti e le Gare, l’Ufficio di relazione con il Pubblico, il Controllo Interno, la rimodulazione dei servizi delle Municipalità, il Servizio autonomi Sistemi Informativi, l’Autorità Garante anticorruzione, lo Sviluppo Economico e il Mercato del Lavoro.

I numeri della riforma sono stati così ricapitolati: dalle 223 posizioni dirigenziali della dotazione organica si passa ora a 150 posizioni dirigenziali, posizioni alle quali il Comune dovrà far fronte con gli attuali 85 dirigenti, tra i quali soltanto 9 dirigenti tecnici. Mentre al più presto il Sindaco nominerà i dirigenti responsabili dei servizi, in sede di ridefinizione del Regolamento delle Posizioni Organizzative, al quale si lavorerà a partire da settembre, si cercherà, ha concluso la dottoressa Riccio, di far fronte alla carenza di dirigenti valorizzando i quadri e immaginando sistemi di raccordo funzionale, soprattutto in ambito tecnico e con riferimento alle Municipalità.

In totale, secondo il nuovo disegno della macrostruttura, si passerà dal sistema attuale (che prevede 20 Direzioni Centrali a loro volta articolate in Dipartimenti, più 10 Direzioni delle Municipalità) ad un nuovo sistema con 8 Direzioni Centrali, 5 Servizi Autonomi e 3 Dipartimenti più 10 Direzioni delle Municipalità.

I consiglieri intervenuti si sono soffermati sia sugli aspetti generali del piano, tutti valutando positivamente in particolare l’istituzione del Centro Unico degli Acquisti e delle Gare, che su alcune soluzioni adottate nell’accorpamento delle funzioni. Una discussione ampia c’è stata sulla ipotesi di riorganizzazione dell’attuale Dipartimento Consiglio comunale dopo una specifica domanda del consigliere Santoro sull’assenza nell’organigramma del Servizio Revisori dei Conti, sulla mancata individuazione di un servizio Cerimoniale del Consiglio e sulla previsione di un unico ufficio stampa a servizio sia della Giunta che del Consiglio. Su quest’ultimo punto anche il consigliere Attanasio ha espresso forte contrarietà. Alla base delle scelte compiute, ha replicato il Direttore Generale, ancora l’esigenza di accorpare funzioni, mentre per quanto riguarda il Servizio revisori dei Conti non sparirà ma sarà retto da un funzionario. Altri consiglieri intervenuti sul tema, e tra questi Lebro e il Presidente Varriale, hanno sottolineato la necessità, riconoscendo il criterio di efficienza alla base dell’accorpamento dell’ufficio stampa, di trovare soluzioni organizzative per assicurare al Consiglio, nella diversità delle proprie funzioni, pari visibilità rispetto all’esecutivo.

In generale, sono state espresse le seguenti valutazioni: il piano va considerato come una buona base di partenza anche se uno sforzo ulteriore va fatto per uscire da una struttura piramidale a favore di una organizzazione orizzontale e alcune ulteriori misure utili per garantire efficienza e migliori servizi ai cittadini, come la soppressione delle figure dirigenziali centrali delle Municipalità e l’accorpamento dei servizi politiche della casa con il servizio demanio e patrimonio – proposta, questa, condivisa dal Direttore Generale e poi integrata nella proposta finale (Santoro);  un lavoro scientificamente valido che, però, si sarebbe avvantaggiato delle prioritarie riforme di settori particolarmente critici, come quello delle politiche sociali, della manutenzione urbana e della Polizia Municipale (Lebro); la scarsa organicità dell’intervento di riforma, in assenza di interventi di riforma strategici, il che più che di riforma della macchina comunale induce a parlare di semplice riorganizzazione (Moretto); l’esigenza di un ulteriore approfondimento del progetto anche perché, rispetto all’obiettivo di garantire la partecipazione dei cittadini, il piano rappresenta un passo indietro rispetto al decentramento  ed un avvertimento a tenere ben distinte la funzione politica da quella gestionale (Grimaldi).

 

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