‘Io e Jon eravamo quasi parenti, abbiamo sposato due sorelle gemelle, e tra noi c’era un legame molto forte, forse il piu’ forte tra quelli che ho con il resto dei membri della band. Con lui ho condiviso momenti belli e brutti, sul palco e per strada, fin da quando abbiamo messo su i primi pezzi e prima che il mondo ci facesse notare che eravamo diventati famosi”.
Cosi’ Ian Paice, storico batterista e fondatore dei Deep Purple, ricorda il tastierista della band Jon Lord, morto meno di un mese fa. Paice, che in questi giorni si trova in Italia per un breve tour – ieri sera ha fatto tappa in provincia di Campobasso – durante il quale rende omaggio al compagno, parla anche degli ultimi giorni di vita del grande musicista. ”Nell’ultimo anno, quando abbiamo appreso della sua malattia e dell’impossibilita’ che la sua vita procedesse a lungo, gli sono stato molto vicino e questo ha lasciato in me ora un ricordo ancora piu’ bello di lui. Sono felice che non abbia sofferto, che tutto sia successo in breve tempo, senza una lunga agonia”. A proposito dei concerti in Italia di questi giorni il batterista dei Deep Purple, formazione che negli anni ’70 partoriva successi intramontabili come ‘Smoke on the water’ e ‘Child in time’, si dice entusiasta. ”Alla mia eta’ credo che non conti tanto dove si suona o davanti a chi, alla mia eta’ la musica e’ una missione: erano tre mesi che non suonavo, ne’ da solo ne’ con i Deep Purple, e lo stage mi mancava da morire. Non ci si puo’ fermare, se fermarsi significa poi soffrire per la mancanza di qualcosa, in questo caso la musica”. Ian Paice infine parla del suo rapporto speciale con la musica. ”Ho iniziato a suonare da ragazzino e tante cose sono cambiate in questi anni, soprattutto per la tecnologia: prima c’era solo la musica, la voglia di suonare. Ora e’ cambiato proprio il concetto di musica, un concetto che prima era piu’ profondo”. E a chi gli chiede quando una rockstar deve chiudere la carriera risponde: ”L’importante e’ che non si diventi l’ombra di quello che si e’ stati in passato, l’importante e’ continuare ad avere voglia di suonare, di fare musica e di divertirsi”.