CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Luigi Cobianchi, capogruppo di Fli, in merito ai rilievi mossi al bilancio riequilibrato dal ministero dell’interno. “Rileggo l’ultima nota di censura del Ministero dell’Interno, indirizzata al Comune, e ripercorro con la mente i quindici mesi della mia prima esperienza consiliare, costellati di delusioni, amarezze, momenti di scoramento, senza che mi abbia, tuttavia, abbandonato per un solo istante la voglia di impegnarmi con tutto me stesso per dire grazie a chi mi ha dato l’onore di poter servire la mia Città, cui tanto devo, con fierezza ed abnegazione. Ripenso alle mille battaglie, a cominciare da quella principale: ridare al Consiglio Comunale la Sua dignità, la primazia che la Legge gli attribuisce, scontrandomi con chi, in preda al nichilismo più sterile, quotidianamente mi ripeteva che i Consiglieri non possono nulla, che le Commissioni Consiliari sono un inutile corollario, una presenza ineluttabile, che l’Amministrazione sopporta, col fare di chi pensa: giocate voi, tanto poi comandiamo noi! Ed io dritto per la mia strada, con i modelli perfetti inculcatimi dai miei Maestri, uno per tutti quello della più raffinata tra le forme di Democrazia, quella della Repubblica Parlamentare, in cui, è l’eletto del Popolo Sovrano, non altri, il perno, il cardine della macchina amministrativa.

Certo tutto dipende da come il singolo incarna il ruolo ricevuto: le cariche, al di là delle prerogative attribuite dalla Legge (spesso ignote a chi amministra) sono un contenitore vuoto. E’ l’uomo che deve riempirle di significato. Ripenso al lavoro prezioso svolto dalla Commissione che, grazie alla generosità dei Colleghi, ho l’onore di presiedere, quella di Controllo degli Atti della Giunta Comunale, alle tante eccezioni che siamo stati costretti a sollevare sul lavoro dell’Amministrazione, eccezioni che spesso hanno dovuto, nostro mal grado, trasformarsi in vere e proprie censure, rispetto a fatti che in alcun modo potevano – e possono – essere tollerati, in generale, ma in particolare in un Ente finanziariamente dissestato, costringendoci a portare le nostre riserve all’attenzione del Segretario Generale dell’Ente, del Presidente del Consiglio Comunale, dei Revisori ed anche della Corte dei Conti. Di fronte alla nostra approfondita attività, l’Amministrazione si è chiusa a riccio, dietro un muro di permalosità in alcuni casi sfociante in rabbia, non comprendendo lo spirito che ci ha animato, e che ci anima: contribuire a costruire una Città migliore, interrompendo quel circolo perverso di desuetudini, di leggerezze, di prevalenza dell’interesse privato del potente o del potentato di turno, su quello, sacro e non negoziabile dei Cittadini. Con i Suoi atteggiamenti l’Amministrazione ha dimostrato di non comprendere che siamo tutti sulla stessa barca – o, almeno dovremmo esserlo – e che l’unico nostro intento non è certo quello della critica per la critica – che non appartiene alla nostra cultura- ma di dare un contributo di idee e professionalità, nella convinzione, peraltro scontata, che quattro occhi vedono meglio di due. Se gli atti della Commissione – e quelli prodotti dal sottoscritto come semplice Consigliere – avessero trovato un altro, ben diverso accoglimento, ci saremmo risparmiati anche questi ultimi, nuovi richiami del Ministero, con l’ombra di uno scioglimento anticipato che, nelle stanze alte del Viminale, espande per più di una motivazione. E solo l’equilibrio e la flemma anglosassone del Prefetto PAGANO hanno sinora scongiurato quest’ulteriore beffa, per i Cittadini Casertani, cui si aggiungerebbe il danno. Nulla di nuovo ha detto il Ministero rispetto a ciò che il sottoscritto aveva più volte stigmatizzato: le improvvide nomine dirigenziali, tra cui una in particolare, che, per ben note questioni di consanguineità, ha creato non poche perplessità, a partire dal Palazzo di Governo, anche rispetto ai profili di incompatibilità che importa. Per non parlare delle spese per il parco auto. E pensare che già erano pronti contratti di acquisto per venti nuove vetture, tra cui una per il Sindaco, che per giustificare quest’ulteriore capriccio, rispolvera l’arma della pietà, dogliandosi, attraverso strumenti di comunicazione più consoni a ragazzini in amore che al primo Cittadino di un Capoluogo, dei continui guasti della vecchia auto che usa, sottratta a quelle in forza alla Polizia Municipale, secondo un’ulteriore desuetudine invalsa. Dovetti arrivare a descrivere, atti alla mano, marca, modello, colore della vettura che si intendeva acquistare per mettere a tacere i miei interlocutori che, esaurito ogni altro argomento si richiamarono ai vincoli del Codice della Strada sui proventi delle contravvenzioni, costringendomi a ricordare, in aula, che il Codice prevede l’acquisto generale di mezzi di prevenzione e controllo, non già di automezzi. Se davvero la vettura che il Sindaco usa non dà più sicurezza, non potrebbe usare la propria, con tutti i segni distintivi possibili, dovuti al rappresentante del Governo per il Capoluogo, come facciamo noi Consiglieri?! Non sarebbe un bel segnale per chi stenta ad arrivare a fine mese?! Ciò in disparte, restano aperte mille questioni, inconciliabili con l’avvenuta dichiarazione di dissesto, come quella del Direttore Generale de facto, il dott. CIOFFI, che grava sulle tasche di noi Casertani per oltre 150.000,00 euro l’anno. Se il sottoscritto ha saputo rinunciare finanche alla propria principale attività professionale, per dare serenità all’Amministrazione ed ai Cittadini, rispetto ad incompatibilità artatamente, irresponsabilmente sollevate – peraltro del tutto inesistenti, Diritto alla mano – non sarebbe ora che chi, per contro, ricade realmente in questa situazione – e per più di una fattispecie – facesse un passo indietro?! Non è giunto il momento di far cessare che questo ulteriore scandalo?! Per non parlare delle partecipazioni, a perdere, del Comune in una serie di Società ed Enti assolutamente improduttivi, del quale, lo scrivente, sin dalla prima sessione di bilancio, inutilmente chiede di conoscere le evidenze e le risultanze contabili. Anche qui, era proprio necessario attendere un dictat ministeriale?! Un’ultima osservazione sull’Organo Straordinario di Liquidazione, affetto, anch’Esso, da manifeste incompatibilità, tanto gravi da arrivare nell’Aule di Montecitorio, attraverso più di una Interrogazione Parlamentare. Invito il Presidente dell’Organismo a riflettere – alla luce del modus operandi del Ministero -sulla risposta che diede alla Commissione da me presieduta, allorquando questa inviò alla Sua attenzione copia di atti esaminati, provanti come l’Ente continuasse nel segno della spesa “allegra”. Il Presidente affermò che ciò non era di competenza dell’OSL, che – a Suo dire – deve sistemare solo il pregresso, rispetto alla dichiarazione di dissesto. Ovviamente non è così: tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nell’Amministrazione della Città hanno, in questo momento particolare, un obiettivo primario: risanare e costruire le basi perché l’Ente non ricada più in uno stato economico-finanziario tanto grave. E’ il Ministero a chiedere, giusto a titolo di esempio, una drastica riduzione delle cosiddette “spese istituzionali” – dietro cui si celano le magagne più singolari – al fine di “garantire il risanamentio dell’ente ed il consolidamento della stabilità finanziaria.”. Ed allora è arrivato il momento che anche l’OSL – che costa ai Cittadini Casertani una barca di danaro (non presta il Suo servizio gratis, né è pagato da Roma) – si dia una mossa, ed anziché ragionare su come far rientrare nel dissesto lodi sui quali la Corte d’Appello non ha detto l’ultima parola, ciò che priva i relativi crediti vantati della certezza, della liquidità e della esigibilità, si occupi a tutto tondo del risanamento passato, presente ed anche futuro della Città, intervenendo, sull’esempio del Ministero o, di più, del Capo dello Stato, con suggerimenti espressi nella logica del “buon padre di famiglia” che, pur rispettoso dei rispettivi ruoli ed attribuzioni istituzionali, non può tacere, di fronte a fatti meritevoli di censura, segnalando, ove del caso, agli Organi Sovraordinati il perseverare in comportamenti poco virtuosi. A chi mi chiede una parola per l’Assessore, dico che faccio appello, ancora una volta, alla Sua coscienza ed al Suo senso delle Istituzioni, traendone le dovute conseguenze. Ma so che ciò resterà lettera morta, come il mio invito alle dimissioni, rivolto ad Amministratori in evidente stato di incompatibilità e/o con problemi giudiziari di cui non si può neanche chiedere conto”.

 

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