Il secondo grado del processo al calcio scommesse ha il volto di Antonio Conte. Il protagonista indiscusso della prima giornata d’appello raggiunge l’aula dell’ex ostello della gioventù del Foro Italico intorno alle 13.30: giacca scura, camicia bianca, accompagnato dai legali Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero.
Sulla testa la condanna in primo grado a 10 mesi di squalifica, per la doppia omessa denuncia di Novara-Siena e Albinoleffe-Siena della stagione 2010-11, quando era l’allenatore del Siena. Davanti, l’obiettivo realistico di uno sconto concreto sulla pena, ma anche la speranza dell’assoluzione. In questo senso si concentra il lavoro del collegio difensivo. Incentrato anche sui limiti della giustizia sportiva per motivare l’iniziale scelta di patteggiamento (respinto dalla Disciplinare): “Sulla bilancia c’è solo il piatto dell’accusa, manca quello della difesa”, sostiene Giulia Bongiorno. Che punta anche ad abbattere la credibilità di Carobbio, soprattutto in merito a Novara-Siena: “Il gip di Cremona Salvini, esperto di pentitismo, di Carobbio dice che alterna verità e fantasia. Le menzogne di Carobbio si trovano nelle sue motivazioni, perché il suo problema non è se giocherà ancora ma se finirà in carcere. E lui prova a derubricare un reato associativo che in Turchia è costato 13 anni di carcere, in un peccato da spogliatoio, una frode sportiva, e per questo si tira dentro Conte e la società. I tabulati provano che quella gara è il frutto di un accordo tra Carobbio e gli zingari”.
La carta a sorpresa è in un verbale di Cremona: “In quel verbale – ricorda il legale – il pentito Carobbio dice che l’accordo di spogliatoio era per il pari a reti inviolate. E per giustificarlo al pm che gli segnala che sia finita 2-2, inventa la favola di Calaiò che per caso fa 4 gol in due partite, anche quella con il Torino”. Oltre un’ora complessiva di arringhe difensive, per il tecnico: singolare, dopo che a ogni altra posizione ne erano stati concessi meno, molti meno, spesso non più di dieci. E sulla credibilità di Carobbio torna anche l’avvocato De Rensis: “La Disciplinare ci dice che Carobbio, la fonte della credibilità, dice di non aver alterato Novara-Siena, e che ha però alterato Novara-Siena come dimostrano i tabulati delle telefonate con Ilievski con la scheda di un egiziano. E poi perché se Carobbio dice che nella riunione tecnica c’erano tutti i giocatori del Siena, oggi non sono imputati per omessa denuncia? La giustizia non deve aver paura di ammettere che Carobbio può non essere credibile in un caso o due”.
Diretto anche Chiappero: “Carobbio è intrinsecamente inattendibile e lo dimostra il fatto che qui non ci siano i giocatori del Siena presenti alla riunione tecnica”. E se l’accusa per Novara-Siena sembra davvero poter iniziare a scricchiolare, appare più stabile la posizione della Procura Federale in merito ad Albinoleffe-Siena. Su cui la difesa ha evocato a sostegno della tesi che Conte potesse non sapere, lo stesso Carobbio: “é lui che ci dice che Stellini gli consiglia di non chiedere a Conte il permesso per raggiungere la moglie, perché è un bisbetico ed è meglio fargli trovare la situazione già definita. Per Carobbio, Stellini gli dice che è meglio non dire nulla a Conte, perché dovrebbe avergli detto lui di un illecito?”.