“Ora si proceda a carico di Francesco Matrone anche per eventuale violazione alla normativa venatoria e sulla tutela della fauna: non deve restare impunito il fatto che un superlatitante vada a caccia come se nulla fosse, e per questo ho inviato una nota alla Procura della Repubblica

chiedendo di accertare eventuali reati connessi all’esercizio venatorio e alla tutela della fauna”. Così Ciro Troiano, Responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, commenta la notizia della cattura di Francesco Matrone, capo del’omonimo clan, detto la “Belva”, avvenuta il 17 agosto scorso. In una nota inviata alla Procura della Repubblica a firma di Troiano, infatti, si chiede di indagare sulle circostanze riportate dagli organi di stampa, secondo le quali Francesco Matrone, durante il suo periodo di latitanza, avrebbe continuato ad andare a caccia. Nel suo covo sarebbe stato trovato anche il fucile da caccia usato nel corso delle battute. “Poiché questo signore risulta essere latitante dal 2007 ed era tra i 9 latitanti più pericolosi – continua Troiano – appare assai poco probabile che fosse munito di regolare licenza di caccia, ed è ragionevole supporre che abbia commesso altri reati, oltre a quelli per i quali era ricercato, connessi all’attività venatoria. In ogni caso, siamo grati alle forze dell’ordine per la sua cattura: questa è la lotta antimafia che ci piace”.

 

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