Comincia male e finisce bene la prima Juve senza Conte e con lo scudetto al petto. Un rigore sbagliato alla mezzora da Vidal poteva condizionare testa e gambe della squadra, che invece è rientrata in campo completamente trasformata, segno che anche senza Conte in panchina

(il tecnico era chiuso in un box oscurato) la carica c’é, perché in gran parte è nel Dna di giocatori navigati e vincenti come quelli in campo stasera. Se nel primo tempo la squadra di casa aveva prodotto solo un paio di accelerazioni in area di Vucinic e una decisiva di Lichtsteiner, che si era procurato il rigore con Mirante, nella ripresa la squadra di Carrera è partita a tavoletta e in un quarto d’ora era in doppia cifra. Prima Asamoah (la novità più bella della serata bianconera e l’acquisto più azzeccato) ha sfondato la difesa ospite mettendo in mezzo una comoda palla che il cronometro svizzero Lichtsteiner non poteva fallire nemmeno di un secondo. Poi Pirlo ha regalato la prima celebrità alla novità arbitrale dell’anno, il giudice di porta che, consultato correttamente dall’arbitro, ha convalidato la palla del regista bianconero, che a tutti era parsa dentro di mezzo metro.

Il Parma nel primo tempo aveva infastidito soprattutto con le veloci puntate di Biabiany la difesa bianconera, priva di Chiellini, Lucio, Caceres ma con un Marrone (che non è un difensore) assolutamente padrone della situazione. Quando Donadoni ha cambiato lo spento e acerbo Pabon, qualcosa di più si è visto, ma i gialloblù si sono resi pericolosi solo due volte, una su errore di Bonucci e l’altra con superiorità numerica (3 contro 1) ma Biabiany egoista e sprecone. Troppo poco per impensierire questa Juventus, incerottata e arrugginita, ma pur sempre campione d’Italia. La delusione della serata juventina si chiama Giovinco: mai decisivo, né nelle iniziative, né nelle conclusioni. Forse Marotta si sta chiedendo se valeva la pena riscattarlo alla cifra di undici milioni. Ma anche il centrocampo ha tardato assai prima di produrre la solita qualità-quantità: Pirlo non è ancora al meglio e Vidal denuncia qualche sintomo di stanchezza.

Problemi che Carrera-Conte cercheranno di risolvere in fretta, perché incombono la trasferta di Udine e l’asordio in Champions, dove la Juventus non vuole fallire. Il top player continua a non vedersi e a questo punto tutti si chiedono se Matri e Quagliarella insieme a Vucinic potranno bastare a rendere produttivo un attacco che alle spalle ha il centrocampo potenzialmente più forte del campionato. Ma l’urgenza principale resta quella di ritrovare la difesa che ha blindato lo scudetto giornata dopo giornata. Il Parma dell’attacco giovane va aspettato senza fretta perché potrebbe riservare qualche buona sorpresa. Stasera mancava Amauri, che in condizioni accettabili di forma, il suo peso ce l’ha.

 

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