AVELLINO – Analizzando e mettendo a confronto le principali voci di entrata e uscita del bilancio di una famiglia italiana-tipo, emergono differenziali significativi tra le diverse regioni del Paese con il primato assoluto delle regioni del Mezzogiorno. L’osservazione dei dati su base regionale,
secondo l’Eurispes, pone al primo posto la Puglia, dove lo spread tra ricchezza dichiarata e benessere reale si attesta a 54 punti base, seguita da Sicilia, Campania e Calabria (spread rispettivamente di 53, 51 e 50 punti). Al contrario, lo squilibrio tra entrate e uscite di cassa – indice di una ricchezza familiare “non dichiarata” -, e’ minore nelle regioni del Centro Nord, in particolare in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna dove il differenziale registra valori minimi: rispettivamente di 1, 11, 12, 13 e 16 punti base. Se si osservano i valori associati alle singole province, la variabilita’ dello spread e, quindi, l’incidenza del sommerso sull’economia del territorio, risulta ancora piu’ marcata. In 18 province lo spread supera, infatti, quota 50 punti (Catania, Ragusa, Sassari, Brindisi ed Agrigento in testa, con differenziali pari o superiori a 57 punti base). Altre 60 province (la maggioranza assoluta) ha uno spread compreso tra 20 (Reggio nell’Emilia) e 50 (Avellino, Siracusa, Reggio di Calabria). Si tratta in prevalenza di province localizzate nel Mezzogiorno e nel Centro Italia. Mentre le province di Milano e di Aosta si confermano quelle piu’ coerenti nel rapporto tra entrare e uscite, con uno spread rispettivamente a 0 e a 1 punto base. A conferma del dato regionale si osserva che tra le 25 province che registrano i livelli di spread piu’ bassi (inferiori ai 20 punti), troviamo soprattutto le citta’ del Nord Italia, segno di un maggiore equilibrio tra entrate e uscite di cassa e di una minore incidenza dell’economia sommersa sul sistema economico locale.