Il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e’ stato convocato nei giorni scorsi dai pm della procura di Napoli che indagano sulla sparizione di oltre 2.200 volumi dall’antica biblioteca dei Girolamini, a Napoli. Secondo quanto scrive oggi ”La Repubblica”, Dell’Utri, accompagnato dai suoi avvocati,
si e’ avvalso dalla facolta di non rispondere. Sulla sua posizione all’interno dell’inchiesta non si conoscono, per ora, altri dettagli. Il nome del senatore del Pdl era gia’ emerso nelle prime fasi dell’inchiesta, nella scorsa primavera. Il 24 maggio fu notificato un ordine di perquisizione alla sua collaboratrice Maria Grazia Cerone. I magistrati della procura di Firenze negli stessi giorni trasmisero ai colleghi napoletani alcuni atti di indagine relativi all’inchiesta che vede indagati, nel capoluogo toscano, per corruzione lo stesso Dell’Utri e Massimo Marino De Caro, l’ex direttore della biblioteca dei Girolamini arrestato a Napoli. Secondo l’accusa del filone fiorentino, Dell’Utri ”sfruttando il suo ruolo istituzionale” avrebbe ”favorito, con la collaborazione di De Caro, gli interessi degli imprenditori russi Viktor Vekselberg e Igor Akhmerov, operanti in Italia nel settore delle risorse energetiche”.
Dell’Utri avrebbe ricevuto ”da tali soggetti, per il tramite di De Caro, consistenti somme di denaro, solo apparentemente giustificate dall’acquisto di un documento antico”. Dell’Utri spunta poi nelle carte del gip di Napoli che definisce ”atto di depistaggio” un episodio relativo a una mancata perquisizione. Nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della biblioteca dei Girolamini, infatti, la procura partenopea intendeva perquisire un appartamento di via Crispi a Roma le cui utenze telefoniche risultano intestate a De Caro. L’appartamento risultava pero’ essere anche sede del Circolo del buongoverno, associazione che fa capo al senatore del Pdl. Il giorno fissato per la perquisizione, Maria Grazia Cerone, collaboratrice di Dell’Utri gia’ indagata in stato di liberta’, e De Caro riferirono ai carabinieri che nei locali aveva sede la segreteria politica di Dell’Utri ”nella misura in cui il senatore vi si appoggia quando e’ a Roma e quando ha bisogno di fare qualche riunione”.
A questo punto, i carabinieri decisero di non dare corso alla perquisizione ”per il rispetto dovuto alle prerogative parlamentari” di Dell’Utri. Per il gip, tuttavia, ”il servizio di monitoraggio delle utenze telefoniche in uso agli indagati forniva una rappresentazione della realta’ del tutto diversa, cosi’ disvelando l’operazione di depistaggio appena avvenuta”. E’ verosimile che i pm napoletani abbiano convocato Dell’Utri per chiedergli chiarimenti sui suoi rapporti con De Caro, personaggio al centro dell’inchiesta, arrestato il 24 maggio scorso e direttore della biblioteca dei Girolamini fino al 19 aprile 2012, quando annuncio’ la sua autosospensione dell’incarico. Per l’accusa, De Caro sarebbe stato il perno di una associazione per delinquere capace di sottrarre oltre 2.200 preziosi volumi alla storica biblioteca napoletana.