CASERTA – Ancora dieci giorni ed il contingente italiano, il cui zoccolo duro è formato dalla brigata bersaglieri “Garibaldi”, tornerà a casa dove ad attenderli ci sarà non solo la Città di Caserta me l’intera provincia di Terra di Lavoro.

Grazie ragazzi per il diuturno lavoro a garanzia della Pace in una Terra che non ha mai conosciuto la Pace, la tolleranza, la democrazia, dove le donne sono trattate come schiave e dove l’uomo è l’unico padrone della loro vita. Fino a quando gli afgani non comprenderanno che uomini e donne sono figli dello stesso Dio, sia esso Allah, Budda e Nostro Signore Gesù Cristo, non potrà mai esserci Pace e democrazia, nonostante negli ultimi dieci anni gli alleati tentino disperatamente di modificare lo status quo.

Questa ennesima missione di Pace della Garibaldi ha riservato, comunque, un morto (un Carabiniere), feriti più o meno gravi ma riportano a casa la vita e l’onore militare della bandiera di Guerra della Garibaldi che ha sempre sventolato al vento come i migliori ideali del nostro Esercito. Dalla loro costituzione, 176 anni orsono, i fanti piumati hanno scritto pagine gloriose della storia d’Italia. essi rappresentano i valori più nobili della militarità e sono, per i cittadini, simbolo di generosità, coraggio e vitalità. Costantemente impiegati nelle aree di crisi, i reparti dei bersaglieri si sono sempre distinti per valore, abnegazione e giusto approccio alle realtà locali, riscuotendo l’ammirazione dei colleghi dei paesi alleati e la riconoscenza delle popolazioni interessate. Essi costituiscono oggi una delle componenti portanti dei contingenti militari italiani impegnati nelle missioni internazionali di sicurezza e stabilizzazione. Ora, a distanza di sei mesi dal loro arrivo, si apprestano a lasciare il loro posto agli Alpini della Brigata Taurinense.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, martedì scorso ha salutato, presso la caserma “Monte Grappa” di Torino, il personale della Brigata alpina “Taurinense” di prossima immissione in Teatro Afghano. Dopo aver ricordato i caduti ed augurato un pronto rientro nei ranghi dell’Esercito dei feriti, il Generale Graziano, ha esortato i circa 1.500 alpini (di cui circa 100 donne) a proseguire gli sforzi dei loro predecessori ed ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti, la cui prova tangibile sono: “il sensibile miglioramento delle condizioni di sicurezza nell’area di Bala Mourghab, che proprio in questi giorni e’ passata sotto la responsabilità delle forze di sicurezza afghane e l’inserimento di Herat, tra le città che sono già passate sotto il pieno controllo delle autorità locali”.

“Non dobbiamo rilassarci”, ha aggiunto il Generale Graziano,”, la transizione è la fase più delicata di ogni missione, in alcune aree l’insorgenza e la criminalità è ancora fonte di grande instabilità, il nostro compito è garantire la prosecuzione di questo processo”. Rivolgendosi al Comandante della Grande Unità, Generale di Brigata Dario Mario Ranieri, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha sottolineato come: “la Brigata Taurinense dovrà continuare il processo, già avviato dalla Brigata Garibaldi, di rimodulazione dei compiti assegnati al contingente nazionale e di cessione progressiva della responsabilità delle operazioni alle forze di sicurezza afghane. In aggiunta, in tale periodo, nel pieno rispetto della tempistica del processo di transizione, il contingente italiano sarà interessato ad una riconfigurazione del dispositivo”.

Per il Comando Brigata Taurinense, una delle unità di punta dell’Esercito Italiano, si tratta della nona missione fuori area, la quarta in Afghanistan. Nell’avvicendamento con la Brigata Garibaldi, saranno progressivamente schierati il 2° reggimento di Cuneo, il 3° reggimento di Pinerolo, il 9° reggimento de L’Aquila, il 1° reggimento artiglieria terrestre di Fossano e il 32° reggimento genio di Torino. Nunzio De Pinto

 

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