Il crollo della trave di legno nel peristilio di Villa dei Misteri a Pompei allunga l’elenco dei cedimenti verificatisi nel corso degli ultimi anni nella zona degli Scavi archeologici. Due in cinque giorni, ad esempio, si sono verificati nella seconda meta’ dello scorso mese di febbraio.
Il 27 febbraio, in particolare, a venire giu’ e’ stata una parte d’intonaco non affrescata, di colore rosso, che si e’ staccata da una delle pareti che si trovano nell’atrio della Domus della Venere in Conchiglia. A provocare il distacco le cattive condizioni meteorologiche di quel periodo. Analoghi ma circoscritti distacchi interessarono in quello stesso periodo la superficie di rivestimento in cocciopesto grezzo di una delle pareti della fullonica collocata nella Regio VI, insula 14, 22 e di uno stipite situato lungo vicolo delle Terme Regio VII, insula VI. La Casa della Venere in Conchiglia di Pompei e’ una delle domus piu’ note, inserita nel piano dei restauri della citta’ antica. Il 22 febbraio precedente erano stati invece scoperti alcuni frammenti di intonaco caduti da un muro nel Tempio di Giove. Episodi di minore entita’ rispetto ai crolli succedutisi al muro romano di 3 metri nei pressi della Porta di Nola (il 22 ottobre 2011) e di un pilastro della Villa di Loreio Tiburtino (il 21 dicembre 2011). A fare in particolare rumore e’ stata pero’ la scoperta, all’alba del 6 novembre 2010, del crollo, sulla Via dell’Abbondanza, della Schola Armaturarum, la scuola dei gladiatori, restaurata nel 1947 quando il sito era diretto dal celebre archeologo Amedeo Maiuri. Anche in quella circostanza il crollo, che si porto’ appresso un lungo strascico di polemiche, venne attribuito a infiltrazioni d’acqua – che avrebbero indebolito le fondamenta dell’edificio – e al collasso del pesante tetto in cemento armato, realizzato con il restauro del ’47. Un fatto sconcertante che colpi’ particolarmente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che defini’ il crollo nella domus dei gladiatori ”una vergogna per l’Italia”.