Settembre è il mese degli esami di riparazione. Quello dell’Italia di Cesare Prandelli è sulla carta facile, perché di fronte domani a Modena c’é Malta, che non segna nelle qualificazioni mondiali da 11 partite. Eppure a Prandelli non basta immaginare una vittoria per tanto a poco. E tantomeno una promozione che rinvii all’anno che verrà tutti i problemi.
“Non mi piacciono le partite vinte con scarti enormi, spesso sviliscono il senso di quel che si fa – è il paradosso del ct -. Preferisco vincere con un piccolo scarto, ma un grande gioco”. La goleada sarebbe in fondo un modo per ringraziare la gente d’Emilia del calore con la quale ha abbracciato la Nazionale, salita ieri fino a Medolla per allenarsi tra le tendopoli dei terremotati. Ma dopo il giorno dell’emozione, Prandelli torna sul concreto. Chiede alla sua Nazionale di scrollarsi di dosso ruggini e paure, e di gettare il cuore oltre l’ostacolo contro una squadra che sotto la guida dell’italiano Ghedin sarà anche cresciuta, ma resta 139/a nella classifica Fifa. L’unico avversario serio, a questo punto, è l’Italia stessa. C’é da dimenticare la prestazione di Sofia, venerdì scorso, e per farlo Prandelli ha prima sgridato i suoi giocatori e poi ha rivoltato la formazione. Pazienza se il cantiere è fin troppo aperto, e oltre le fondamenta non si vede ancora quale sarà il tetto. Per domani, esce Giovinco, che ha fallito ancora una volta l’appuntamento con la consacrazione, dentro Destro in coppia con Osvaldo. Diamanti dietro la coppia romanista a fare il trequartista (“é l’unico che può fare quel ruolo”). Nocerino entra al posto dell’infortunato De Rossi. Cambiati i due terzini, Cassani-Peluso per Maggio-Giaccherini. A conti fatti, però, più dei 5 cambi conta la rinuncia al 3-5-2 per il 4-3-1-2: era stata la cifra stilistica di Prandelli fino alle soglie dell’Europeo, si è smarrito tra ‘debacle’ dei giocatori e incertezze del ct. “Dopo il 2-2 con la Bulgaria – spiega Prandelli – sono stato molto franco anche con la squadra, perché se le cose non vanno sono più duro dei critici. E’ giusto sia così. Anche perché se l’approccio non è stato quello giusto, il primo responsabile sono io. Dobbiamo ritrovare la nostra identità, cambiare l’approccio. Senza Chiellini, e con centrocampisti non abituati, inutile fare quel modulo”. Quanto alla bocciatura di Giovinco, il ct prova ad allungare ‘ad personam’ i tempi della riparazione. “Lui sa di essere sotto esame: ma deve stare sereno, non deve strafare – dice -. Non deve dimostrare nulla, ha tutta la nostra stima, gioca in un grande club. Faccia quel che sa, e le cose verranno”. Un po’ quello che il ct consiglia agli undici titolari di domani. “Il rischio è la frenesia – sottolinea – la voglia di fare tutto da soli. Contro la Bulgaria siamo stati slegati, troppo lunghi, abbiamo fatto pochi passaggi. Dobbiamo tornare a cercare un giocatore tra le linee, dialogare col pallone a due tocchi. Solo così si diventa pericolosi”. Poi si guarderà agli altri risultati del girone: lo 0-0 di Danimarca-Repubblica Ceca è un’involontaria mano agli azzurri ma Prandelli non si accontenta degli equilibri di classifica. “Segnare e non giocare vuol dire non avere futuro”, il messaggio di Prandelli alla squadra. Disposto a rimandare ulteriormente a ottobre un solo verdetto, quello di Simone Farina. “Sapevamo – la conclusione del ct azzurro – che dopo aver denunciato un tentativo di combine avrebbe avuto difficoltà a trovare un contratto. Non lasciamolo solo, spero che tra un mese in ritiro azzurro arrivi la notizia, Farina ha una nuova squadra”. E magari Prandelli un’Italia che funziona.