NAPOLI – Quando l’imprenditore Marco Iorio parlava del prestito per la ristrutturazione della casa dell’ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani, “si riferiva a chiacchiere e non a fatti reali”. Lo sottolineano in una nota gli avvocati Salvatore Nugnes e Giovanni Cerino, legali di Pisani i quali annunciano querele nei confronti di organi di stampa che, secondo i penalisti, avrebbero riportato in maniera non esatta la testimonianza resa ieri in aula da Angelo Vita, amico dell’imprenditore accusato di aver riciclato denaro dei clan nell’attività di ristorazione.
Il punto sul quale si soffermano gli avvocati riguarda un colloquio ricostruito nel corso della deposizione di ieri, davanti alla settima sezione del Tribunale di Napoli, tra Vita e Marco Iorio nel corso del quale l’imprenditore si sarebbe detto preoccupato temendo che gli inquirenti sarebbero potuti risalire a un prestito per la ristrutturazione della casa fatto all’ex dirigente della squadra mobile di Napoli, Pisani, anch’egli attualmente sotto processo. Diversamente da quanto pubblicato – scrivono nella nota gli avvocati Nugnes e Cerino – il teste Angelo Vita ha precisato: “… Mi disse (ndr. Marco Iorio), guarda, molto probabilmente c’è questa possibilità che Fabio dovrà essere ascoltato. Dissi vabbè Marco cosa è successo? Fece lui, no niente. Voglio dire forse un’indagine per… per evasione fiscale… voglio dire… poi mi disse che c’era la possibilità che comunque gli facessero domande sul dott. Pisani come se lui avesse… non lo so… cioè perché si diceva che comunque lui avesse prestato dei soldi per la ristrutturazione di casa del Dott. Pisani… Pensano che io abbia potuto prestare i soldi al Dott. Pisani per la ristrutturazione della casa…”. E alla domanda di un avvocato (“”E quando parlava di Pisani, ecco, per esempio, della… della… di un suo sovvenzionamento all’acquisto no alla ristrutturazione alla casa, raccontava di fatti reali oppure di chiacchiere, di quello che si diceva?”) il testimone ha risposto: “… No di chiacchiere, di quello che si diceva, non di fatti reali…”.