Scatta il campionato e per Giorgio Valli arrivano i primi dolori. Sconfitta senza attenuanti e senza discussioni dalla sua Montegranaro ,la panchina dello scorso anno, ora occupata da Charles Recalcati. Il primo impatto ha lasciato l’amaro in bocca al folto pubblico irpino. Tanta attesa ad Avellino per la partita che apre la stagione.
Tanti volti nuovi, in sostanza sono rimasti solo Johnson e Spinelli, ma soprattutto la voglia di verificare la bontà del nuovo corso, ora che finalmente la Scandone può contare su una società solida. Ed invece un gioco di squadra inesistente, prestazioni individuali a tratti inguardabili, vedi Warren e Johnson. Anche la vigilia si era annunciata tribolata per il nuovo coach irpino costretto a rinunciare forzatamente ad Hardy, ancora senza visto, ed alle prese con i risentimenti muscolari di Richardson e Johnson, mentre Recalcati, in tutta fretta, ha dovuto richiedere un rinforzo alla Società che ha ingaggiato il lettone Freimanis per far fronte all’infortunio di Andrews. Primo punto dalla lunetta per Shakur, ma i canestri veri sono per le triple di Slay e Richardson. Due penetrazioni di Burns forniscono a Montegranaro il primo mini allungo (6 a 12) e Valli si vede costretto ad innestare Warren ed Ebi, anche se con risultati davvero modesti tanto che due penetrazioni dell’ex Cinciarini, confortate da un missile siderale di Burns, spingono la Sutor all vantaggio in doppia cifra (10-20), mitigato dalla solita tripla di Richardson. Un gran ritorno dell’ala americana aggiunta ad un paio di penetrazioni di Ebi, alla tenacia di Dragovic ,al mestiere di Spinelli consentono ad Avellino di evitare il tracollo sotto la percussione asfissiante di Di Bella e Burns e dell’ultimo arrivato Freimanis e di mantenere il passo almeno fino al riposo lungo con un accettabile -6. Nel secondo tempo. Il timido risveglio di Shakur sembra dare la scossa ma la Sutor, padrona incontrastata su tutto il perimetro,con una difesa asfissiante respinge con fermezza i velleitari tentativi di ritorno degli irpini. Impalpabile la prestazione di Johnson, addirittura irritante il minutaggio di un Warren, mai in partita, e c’é poco da meravigliarsi che alla fine del terzo periodo il vantaggio dei marchigiani si sia dilatato sulle quindici distanze, conservato agevolmente fino alla fine.