AVELLINO – Non hanno esitato a minacciare di morte gli altri concorrenti che avevano presentato offerte per l’aggiudicazione di quattro villette finite all’asta dopo il fallimento dell’impresa che le aveva realizzate. Si tratta di quattro persone residenti in provincia di Napoli, originari di Melito, Giugliano e Frattaminore, due delle quali incensurate, che si erano prepotentemente inserite nel business delle aste fallimentari bandite dal Tribunale Civile di Avellino, che adesso devono rispondere di turbativa d’asta ed estorsione.

Le indagini dei carabinieri del Comando provinciale, partite dopo le denunce delle vittime, hanno portato all’emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti pregiudicati e due misure di dimora obbligatoria firmati dal gip Giuseppe Riccardi su richiesta del pm Elia Taddeo e del capo degli inquirenti avellinesi, Angelo Di Popolo, che hanno coordinato le indagini. Gli immobili si trovano nel comune di Grottolella (Avellino). Secondo una ampia mole di riscontri, che sono stati illustrati dallo stesso Di Popolo nel corso di una conferenza stampa, i due incensurati partecipavano alle aste mentre gli altri due avevano il compito di avvicinare gli altri concorrenti che attraverso esplicite minacce, anche di morte, venivano dissuasi dal partecipare agli incanti posti in vendita presso tribunali o uffici notarili.

 

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