CASERTA – Si è parlato della situazione del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta nel corso delle audizioni tenute nel pomeriggio alla prefettura di Caserta dal prefetto Carmela Pagano e dai rappresentanti delle forze dell’ordine al cospetto dei parlamentari della Commissione Ecomafie, in missione nel Casertano da questa mattina e fino alla giornata di domani, quando si trasferiranno a Napoli. Oltre al rappresentante del Governo, sono stati sentiti il questore Giuseppe Gualtieri, il comandante provinciale dell’Arma Crescenzio Nardone, i comandanti regionale e provinciale della Finanza Antonio Nunzio Ferla e Vincenzo Amendola.
Tra gli argomenti trattati quello del presunto condizionamento dell’ente da parte del clan dei Casalesi, confermato dai rappresentanti delle forze dell’ordine in considerazione anche dell’inserimento nell’organico societario del Cub di numerosi affiliati; l’incremento degli affidamenti da parte dei Comuni dei servizi di igiene ambientale a ditte private, facilmente controllabili dalle cosche camorristiche. Si è discusso, inoltre, anche del futuro degli oltre 900 lavoratori del Consorzio, la cui attività dovrebbe cessare il 31 dicembre prossimo; si è avanzata l’ipotesi della messa in cassa integrazione per i dipendenti, su cui alcuni parlamentari non si sono trovati d’accordo. Di Consorzio Unico si tornerà a parlare domani mattina quando sarà ascoltato il capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo, che già nel corso delle audizioni dell’ottobre 2010 e del giugno 2011 aveva fortemente criticato la gestione del Consorzio lanciando un chiaro allarme circa la presenza della camorra fuori e dentro l’ente. Questa mattina intanto, i parlamentari hanno visitato a Sessa Aurunca la centrale nucleare dimessa del Garigliano, dove sono attualmente in corso le operazioni di bonifica da parte della Sogin. “Gli interventi proseguono in maniera impeccabile – ha detto il senatore del Pdl Gennaro Coronella – sia per quanto riguarda le strutture che gli accertamenti epidemiologici”. Per il deputato del Pd Stefano Graziano, “la Sogin sta ben operando ma bisogna ridurre i tempi in quanto per ogni anno di ritardo lo Stato spende tra i 7 e gli 8 milioni in più”.