SAN NICOLA LA STRADA – Sabato scorso, 13 ottobre, alla Rotonda di San Nicola La Strada, il consigliere comunale, nonché segretario provinciale del Prc – Fds, Pasquale Massimiliano Panico, ha organizzato un gazebo dove ha potuto autentica le centinaia di firme dei numerosi cittadini sannicolesi che hanno sottoscritto i referendum relativi all’abrogazione dell’articolo 8 della legge 14 settembre 2011 nr. 148 risalente al governo Berlusconi e delle modificazioni introdotte dal governo Monti all’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei Lavoratori, nonché per la raccolta delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Reddito Minimo Garantito.
“In ballo ci sono diritti molto precisi” – ha affermato Panico – “che non risolvono tutte le questioni aperte, legate alle leggi ed alle normative sul lavoro, ma che si pongono da freno a quello che è il frutto di un lavoro antisindacale. La firma per i referendum” – ha sottolineato l’esponente politico di sinistra – “sono la risposta a due attacchi paralleli, il primo fu attuato dal governo Berlusconi e il secondo dal governo tecnico, ma che provengono dalla stessa matrice liberista. Il primo quesito” – ha proseguito Panico – “è l’abrogazione dell’art. 8. Infatti l’articolo 8 permette di derogare dai contratti nazionali di lavoro tramite accordi sindacali raggiunti in sede aziendale anche solo da alcuni sindacati. In virtù di quell’articolo la Fiom è stata esclusa dalla stessa agibilità sindacale entro la Fiat. Una condizione addirittura peggiore dei bui anni cinquanta. Il significato di questa battaglia è chiaro” – ha aggiunto Panico – “Si tratta di ristabilire il principio della democrazia sindacale, della libertà e della efficacia della rappresentanza del mondo del lavoro, del diritto al lavoro, della piena dignità della lavoratrice e del lavoratore. Si tratta di riportare al centro del dibattito e dello scontro politico e sociali una questione fin troppo oscurata: quella del lavoro, dei diritti e dei doveri che esso comporta. Il secondo quesito” – sottolinea – “è il ripristino dell’art.18. L’articolo 18 è stato svuotato completamente togliendo la possibilità reale del reintegro del lavoratore e quindi va ripristinato nella sua forma originaria ed esteso perchè da questo dipende il diritto del singolo lavoratore di aprire bocca e di fare il delegato sindacale senza timori. Infine, c’è il reddito minimo garantito. Il reddito minimo garantito” – ha proseguito Panico – “ha lo scopo di contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico. I beneficiari del reddito minimo garantito sono tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego; L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7200 euro annui, pari a 600 euro mensili; tale misura deve essere rivalutata in base al numero dei componenti del nucleo familiare”.
Nunzio De Pinto