PIGNATARO MAGGIORE – Ha ritrattato la testimonianza resa durante l’interrogatorio del 16 gennaio 2008 davanti al pm Liana Esposito. Luca Viggiano, gestore di una pizzeria a Pignataro Maggiore, nell’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha detto di non aver mai “avuto paura” dei Ligato, nota famiglia della criminalita’ organizzata dell’agro Caleno. “Non ho mai dato pizze gratis a Raffaele Ligato”, spiega. L’imprenditore nell’agosto del 2004 subi’ un attentato con la distruzione, in un incendio doloso, della sua pizzeria. Il pm ha incalzato il teste.

Lei nell’interrogatorio del 2008 – esplicita Esposito – riferi’ di aver dato pizze gratuitamente ad alcune persone e mi ha detto che preferiva non avere problemi, se cio’ serviva per proteggere suo figlio”. “Le ripeto, io non ho mai ricevuto estorsioni dai Ligato”, ha ribadito il teste. Gli imputati che rispondono di estorsioni e non solo davanti alla corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere – presidente Maria Alaja – sono Raffaele, Pietro e Antonio Raffaele Ligato, assieme a Pietro Mercone, Primo Letizia, Giuseppe Mercone, Michele Lettini e Maurizio Mauro. Si tratta di un processo giunto a meta’ del percorso dibattimentale. Raffaele Ligato, esponente di spicco della cosca Lubrano-Ligato, e’ gia’ condannato anche per l’omicidio di Franco Imposimato del 1983, fratello del giudice istruttore Ferdinando Imposimato. Decine di imprenditori negli anni 2000 sono stati vittime dal clan e a molti di loro sono stati danneggiate le attivita’ con incendi dolosi. I fatti si riferiscono al biennio 2003-2004, ma le misure cautelari per gli otto imputati scattarono nel 2008.

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