RECALE. A Recale altri Pini mediterranei sono stati rasi al suolo. Con un provvedimento d’urgenza, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, Vincenzo Lamberti, ha disposto l’abbattimento di due alberi secolari: uno alle spalle del nuovo municipio, l’altro lungo viale Dei Pini, che, di questo passo, dovrà essere ribattezzato viale Dei Martiri.

Nella determina, il dirigente dichiara che le conifere costituivano un pericolo per comunità e, per di più, presentavano uno stato vegetativo compromesso. Sull’argomento interviene Michele Lasco, portavoce dell’associazione “Cruna”. «Come abbiamo ribadito in altre circostanze – dichiara Lasco -, non contestiamo la scelta del Comune di abbattere un pino secolare, se questo costituisce un reale pericolo per l’incolumità dei cittadini. Riteniamo, però, che per risolvere il problema non basti “darci un taglio”. Se, da un lato, infatti, l’abbattimento tutela il cittadino nell’immediato; dall’altro, peggiorerà la sua qualità della vita nel futuro. In un territorio già compromesso dall’inquinamento, la perdita di un albero rappresenta un problema drammatico, perché con esso se ne va un pezzo di quel poco di benessere che l’ecosistema, a fatica, preserva. Per ogni pianta persa, anche in un luogo diverso, ne andrebbero piantate subito altre, affinché la sua funzione biologica venga compensata (un albero produce in media 20-30 litri di ossigeno al giorno). Per questa ragione – prosegue Lascio -, chiediamo al sindaco Patrizia Vestini e all’assessore all’ambiente Ciro Rossi di predisporre controlli periodici al patrimonio verde di Recale e di ripiantare gli alberi che, a causa dell’incuria e dell’indifferenza, sono andati perduti. Oltre ai pini abbattuti, infatti, sono decine le aiuole rimaste vuote in via Marconi, viale Europa, piazza Aldo Moro, via Napoli. La ripiantumazione sarebbe a costo zero, o quasi, visto che gli alberi li fornirebbe la Forestale. Chiediamo, inoltre, la pubblicazione integrale del verbale e delle conclusioni dell’ufficio tecnico sullo stato di salute dei tronchi abbattuti. E, infine, pensiamo – conclude Lasco – che per rendere meno vana la soppressione degli alberi il legno ottenuto andrebbe utilizzato non per riscaldare camini, ma per realizzare opere d’arte o elementi di arredo urbano, come panchine, altalene, giochi per i bambini».

 

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