Pier Ferdinando Casini marcia dritto verso la costruzione della ‘Cosa moderata’ e, in attesa di conoscere i risultati dell’esperimento avviato con il Pd in Sicilia, continua ad alimentare la politica dei due forni. Rilanciando il nome della ex leader degli industriali, Emma Marcegaglia come catalizzatore di un ampio fronte dei moderati.


“L’alleanza con il Pd potrebbe essere un modello esportabile anche a livello nazionale, ma prima è importante vedere qui il responso degli elettori”, dice il leader centrista anche lui in Sicilia, come Angelino Alfano e Gianfranco Fini, per dare lo sprint finale alla campagna elettorale regionale. Se l’esperimento con il fronte progressista dovesse fallire, è pronta la ripresa del confronto nel centrodestra. “Io dialogo sempre con tutti, anche con Alfano. Non si devono fare passi affrettati e intanto bisogna capire qui in Sicilia cosa succede”, ripete Casini che chiede ai “moderati del Pdl di battere un colpo” per contrastare, “con un gesto di responsabilita” l’onda di populismo che è pericolosamente montata in Italia. E i cui effetti si vedranno già da lunedì: il vero banco di prova delle elezioni siciliane, avverte, sarà dato dalla quota di astensionismo. “Se la gente vota Grillo o non va a votare, la colpa è della politica”. Di quella politica che ha dato “cattiva prova di sé”. Invece il suo progetto, ripete, resta quello di aggregare quell’area moderata che vede nello spirito dell’agenda politica ed economica di Monti l’unica chance per dare speranza all’Italia. “Mi auguro che ci sia una lista per l’Italia che prenda il meglio della società civile, di quell’area che si è assunta la responsabilità, ed è la nostra, di aver aperto la strada a Monti” dice il leader dell’Udc che torna a mettere in campo il nome della ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, già lanciata in corsa a Chianciano come candidato in quota centristi ma che ora potrebbe essere il nome giusto per radunare un fronte molto più ampio che peschi nel Pdl. “Si parla di una ‘Cosa’ moderata con la Marcegaglia, stiamo lavorando. L’importante è che questa area sia presente alle prossime elezioni”. Come si presenterà si vedrà nei prossimi giorni e subito dopo il responso delle urne siciliane. Già nel fine settimana si torneranno a confrontare quelle organizzazioni sociali di area cattolica che si riconoscono nello spirito del meeting di Todi: da lì potrebbe anche arrivare una proposta di aggregazione partitica. Poi ci sarà da valutare l’esito delle primarie nel Pd con tutte le variabili che potrebbero scaturire da un’eventuale riuscita di Matteo Renzi. Il tutto mentre si organizza anche la proposta dei montezemoliani, del tutto simile negli obiettivi e nel programma a quella dell’Udc con Fli ma che vede come fumo negli occhi la riproposizione della vecchia nomenclatura partitica. ItaliaFutura ha infatti chiarito di voler escludere intese con Udc e Fli e punta a portare in Parlamento facce nuove. Per farlo ha già lanciato il suo personale metodo di rottamazione: un ‘disarmo unilaterale delle leadership’ da attuare mediante una rigorosa selezione in base alla quale solo un quinto degli attuali deputati e senatori dovrebbe essere ripresentata alla prova del voto.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui