AVERSA – Costruire fiducia. Questo, l’imperativo messo al centro dal Vescovo della Diocesi di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, nel corso della tavola rotonda coi giornalisti organizzata dall’ufficio comunicazioni sociali della diocesi normanna per fare il punto sul ruolo della comunicazione nella terra dei fuochi.

Anticipato da una breve introduzione curata dalla moderatrice dell’incontro, Valeria Chianese, giornalista di Avvenire, il Vescovo Spinillo si è soffermato a lungo sull’importante ruolo che i media hanno nella diffusione delle informazioni riguardanti il triste fenomeno non solo dei roghi tossici, ma del massiccio inquinamento che attanaglia il territorio che abbraccia la propria diocesi, nella quale rientrano alcuni dei comuni maggiormente colpiti dalle emergenze ambientali  degli ultimi anni come Giugliano, Caivano, Casal di Principe e cosi via.

Significativo l’accostamento che monsignor Spinillo ha utilizzato per sottolineare il ruolo che la Chiesa è chiamata ad assumere nell’ambito della campagna di informazione verso i fedeli, ma non solo.

«Bisogna ricordare – ha affermato il Vescovo – l’episodio di Gesù che si rivelava ai discepoli i quali, accogliendo quella rivelazione individuavano in Gesù una guida, riponendo in lui la fiducia che poi li avrebbe spinti a seguirlo».

«Ebbene – prosegue monsignor Spinillo – oggi la Chiesa, grazie anche ai potenti mezzi di comunicazione moderni, è più che mai chiamata a svolgere quel ruolo di rivelatore di informazioni e a inculcare fiducia nelle persone, coinvolgendole in un percorso comune di ricerca della vita, superando quello scetticismo che troppo spesso si traduce nel timore che i nostri interlocutori siano alla ricerca esclusivamente di vantaggi personali».

Durante il dibattito è stata ricordata anche la figura di Pasquale Romano, il trentenne che lunedì scorso è stato assassinato con quattordici colpi di pistola, la cui unica colpa è stata quella di recarsi dalla sua ragazza a Marianella e di essere stato scambiato per un pusher della camorra. Episodio tragico che troppo spesso viene etichettato come quello di essersi trovato al posto sbagliato al momento sbagliato.

«È assurdo – ha sottolineato il Vescovo, che proprio ieri, ha celebrato egli stesso i funerali di Pasquale Romano – parlare di posto sbagliato o di momento sbagliato, sarebbe come riconoscere che le tante vittime innocenti sono state poco attente nel recarsi in certi luoghi, e in qualche modo di essere colpevoli della loro ingenuità. Considerare sbagliato il posto in cui si vive, significa viverci male, essere spinti ad abbandonarlo. Noi dobbiamo convincerci che il posto in cui viviamo è quello giusto e che bisogna restare e agire per dimostrare che a trovarsi nel posto sbagliato, sono gli assassini, coloro che avvelenano il nostro territorio provocando non una o due ma centinaia di vittime che ogni anno muoiono di cancro».

Tra i contributi che hanno animato i lavori da registrare l’intervento di Alessandro Gatto, presidente del WWF Campania che nel ringraziare il Vescovo per l’impegno che sta mostrando nei confronti di quelle tematiche ambientali ha voluto ribadire ancora una volta la necessità di spronare, anche con l’aiuto della Chiesa, gli organi competenti a mettere in campo serie strategie di bonifica dei terreni contaminati. Bonifiche che passano, come puntualizzato anche da Enzo D’Amore dell’ASL di Caserta, attraverso attività di fitoestrazione e di rinaturalizzazione del territorio che sono tutt’oggi inserite all’interno di progetti che le ASL in collaborazione con alcune università italiane, si stanno impegnando ad attuare.

La mattinata è stata impreziosita ulteriormente dalla presenza di padre Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, divenuto in questi mesi un simbolo della lotta ai roghi tossici, che attraverso la sua testimonianza e il suo impegno ha voluto rendere partecipi i presenti delle grosse difficoltà che si incontrano nel promuovere battaglie ambientali, ma che opportunamente perseguite possono restituire successi che vanno anche al di la di quanto di possa credere. «Successi – ha precisato padre Maurizio – che inspiegabilmente possono suscitare addirittura fastidio e indignazione, persino in figure di alto profilo istituzionale come quella di pochi giorni fa avuta dal prefetto di Napoli».

Vincenzo Viglione

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