Più risorse per accrescere il controllo sul territorio partenopeo, per dare un’accelerazione all’attività inquirente ma, soprattutto, per “chiudere il cerchio attorno ai boss emergenti della camorra”. E’ il diktat che il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha dato oggi ai suoi nel corso di un vertice al Viminale, con i responsabili dell’attività investigativa. Il dispositivo di contrasto sarà operativo già da lunedì mentre martedì, in Procura, sarà delineata la modulazione degli interventi.
L’assassinio di Pasquale Romano, vittima innocente della camorra – trucidato lunedì sera a Napoli in un agguato durante il quale sono stati esplosi 14 colpi di pistola – per quanto inutile nelle dinamiche di riequilibrio tra le forze criminali in lotta, ha sicuramente dato un importante impulso alle strategie di contrasto alla camorra. Un cambio di passo che, a Napoli, si è già concretizzato con la decisione congiunta di Comando provinciale dei Carabinieri e Questura di diffondere le foto di cinque latitanti “eccellenti”. Elementi che, secondo gli investigatori, hanno un ruolo di rilievo nella faida di Scampia tra “scissionisti” e “girati” di via Vanella Grassi, dietro ai quali, forse, si sta nascondendo un rientro della famiglia Di Lauro uscita sconfitta nel 2004. Il “wanted” è stato emesso per Marco Di Lauro, 32 anni, figlio di Paolo, soprannominato “Ciruzzo ò milionario” e fratello di Cosimo; Mariano Abete, 21 anni, figlio di Arcangelo Abete, detenuto e capo dell’omonima famiglia degli “Scissionisti”; Mario Riccio, 21 anni; genero del superboss scissionista Cesare Pagano; Rosario Guarino, 29 anni, ritenuto dagli investigatori il numero due del gruppo dei “girati” e Antonio Mennetta, 27 anni, secondo gli inquirenti capo dei “girati”, arrestato lo scorso 22 luglio e scarcerato qualche giorno dopo. Le foto – con l’invito ai cittadini di fornire informazioni chiamando 112 e 113 – sono state subito distribuite alla stampa ma, soprattutto, a “gazzelle” e “pantere” delle forze dell’ordine che da mesi pattugliano, nell’ambito dell’operazione “alto impatto”, le famigerate zone “sensibili” della città come Scampia, Secondigliano, Miano e i paesi limitrofi dell’hinterland, come Melito. La faida di Scampia ha già provocato una decina di morti in entrambe le fila, ma soprattutto la morte di un innocente che il ministro Cancellieri intende punire facendo tutto il necessario per assicurare i responsabili alla giustizia. La modulazione degli interventi decisi oggi al Viminale sarà al centro di una riunione prevista martedì prossimo a Napoli, in Procura, con il vice capo della polizia, Francesco Cirillo, il direttore della Direzione Centrale Anticrimine (DAC) Gaetano Chiusolo e il procuratore capo Giovanni Colangelo. Ieri, dopo il funerale di Pasquale Romano, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri si è recato con discrezione a Cardito, paese natale del giovane ucciso, per incontrare e abbracciare i genitori e la fidanzata di Pasquale. E, tra ieri e oggi, botta e risposta fra il ministro Cancellieri e il sindaco partenopeo Luigi De Magistris. Durante un’intervista il titolare del Viminale aveva paragonato il primo cittadino a “un capopopolo” ricordandogli i doveri di chi è parte delle istituzioni. Un richiamo probabilmente riferito alle critiche espresse dall’ex magistrato sul ‘decreto salva Napoli’ e, forse, anche sulla decisione di tenere un consiglio comunale in piazza Montecitorio il prossimo 30 ottobre. Pronta la risposta di De Magistris: “Ho molto rispetto e stima per il ministro ma non prendo lezioni da nessuno sulla fascia tricolore e sul rispetto della Costituzione e delle leggi. Se il governo vuole aiutarci deve anche rafforzare la sua presenza con le forze dell’ordine, e non ridurci sul lastrico”. Oggi, una risposta, il sindaco l’ha ricevuta, attraverso il vertice al Viminale con Manganelli.