NAPOLI – “Se questo ‘incidente’ è servito a far accendere ancora di più i riflettori sull’emergenza ambientale in provincia di Napoli per me non c’e alcun problema”. Don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, ‘rimproverato’ duramente dal prefetto di Napoli Andrea De Martino perché ha chiamato solo ‘signora’, nel corso di una riunione, tenuta due giorni fa, negli uffici del Palazzo di Governo, il prefetto di Caserta, Carmela Pagano, prova quasi imbarazzo, al telefono con l’Ansa, a ricordare quanto accaduto l’altro giorno. Una vicenda, filmata da qualche partecipante alla riunione, e che ora è finita in rete.
“Per prima cosa voglio chiarire una cosa – aggiunge ancora don Patriciello che da mesi sta conducendo una battaglia contro i roghi tossici – non era mia intenzione di mancare di rispetto al prefetto di Caserta chiamandola solo signora e non ‘signor prefetto’. Non mi sarei mai permesso”.
“Il mio intendimento non è certo quello di fare polemica ma solo – aggiunge – di sollecitare la soluzione, continuandoci a confrontare, al problema dei rifiuti in fiamme e a quelli lasciati lungo le strade”. “Don Patriciello conosceva il prefetto Carmela Pagano ed il suo ruolo perché era stata ricevuto in più occasioni presso la prefettura di Caserta. Pertanto, dopo averla chiamata per ben tre volte signora”, spiega il prefetto De Martino in una nota diffusa oggi “ho ritenuto doveroso invitare don Patriciello a rivolgersi al responsabile della prefettura di Caserta utilizzando il titolo di prefetto, perché riconoscesse nel suo interlocutore, agli occhi tutti, il ruolo e le responsabilità che sono affidate al rappresentante di governo”. “Ero lì per segnalare solo quanto noi cittadini abbiamo documentato con foto, per ragionare come sempre con spirito collaborativo e costruttivo”, aggiunge il parroco di Caivano.
“Al contrario di quanto è stato evidenziato, al di là dei toni anche accesi – e dei quali mi dolgo – dettati dalla forte partecipazione di tutti alla problematica, nell’occasione non si è registrata alcuna distanza tra istituzioni e cittadini ma un clima di intensa e proficua collaborazione, pur se nell’ambito di un confronto dialettico, che sono certo darà ancora una volta ulteriori risultati importanti anche con il contributo di don Patriciello”. E’ quanto scrive, in una nota, il prefetto di Napoli, Andrea De Martino in riferimento alla riunione tenuta l’altro giorno sul tema dei roghi tossici e dei rifiuti lasciati lungo le strade. “Quanto all’episodio tengo a precisare che il parroco don Maurizio Patriciello conosceva il prefetto Carmela Pagano e il suo ruolo perché era stato ricevuto in più occasioni presso la prefettura di Caserta. Pertanto dopo averla chiamata per ben tre volte signora in presenza dei rappresentanti di altre istituzioni – più di 20 sindaci, il questore, i comandanti dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, i rappresentanti della Regione, della Provincia e delle Asl – ho ritenuto doveroso invitare don Patriciello a rivolgersi al responsabile della prefettura di Caserta utilizzando il titolo di prefetto, perché riconoscesse nel suo interlocutore, agli occhi di tutti, il ruolo e le responsabilità che sono affidate al rappresentante del Governo”, aggiunge il prefetto.
Il rispetto dei ruoli ancor più se di livello istituzionale e connessi a incarichi di elevata responsabilità è la prima regola per aver un confronto costruttivo. Don Patriciello è stato invitato alla riunione per offrire il proprio contributo nella lotta al fenomeno dei roghi riconoscendo in lui quel ruolo di sacerdote capace di impegnarsi attivamente nella necessaria forte opera di sensibilizzazione di tutti i cittadini a rispettare e far rispettare l’ambiente. Se qualcuno si fosse rivolto a don Patriciello, appellandolo come signore, avrei chiesto ugualmente il rispetto per l’istituzione che rappresenta e per le funzioni che svolge e sono certo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire”, aggiunge De Martino. “Il tavolo a cui ha preso parte ultimamente anche don Patriciello ha prodotto, ancora una volta grazie allo straordinario impegno delle Forze di polizia, risultati importanti. Solo nell’ultimo anno, le persone controllate sono state oltre 3.500 e 800 quelle denunciate e arrestate per crimini ambientali. Gli altri dati sono riepilogati nell’allegato prospetto. Ma proprio le operazioni delle Forze di polizia – aggiunge – hanno evidenziato che per superare il problema dei roghi non basta la repressione. A monte dei roghi c’é lo sversamento abusivo di rifiuti che a sua volta trae origine dal comportamento scorretto di quanti quotidianamente offendono l’ambiente procurando danni irreparabili all’intera comunità. Molti scarichi abusivi sono frutto di cicli di produzione clandestina nel settore dei gommisti, delle lavorazioni agricole, del tessile e della pelletteria, delle ristrutturazioni edilizie. Occorre allora una partecipazione attiva di tutti i cittadini chiamati a non rivolgersi al mercato abusivo perché dietro un’apparente opportunità, dietro un piccolo risparmio si celano danni gravissimi per l’ambiente e quindi per la salute e il benessere dell’intera comunità. E’ questo lo spirito giusto che deve vedere ancora una volta cittadini e istituzioni uniti nell’affrontare ogni forma di illegalità e di abusi”. “Si è trattato, in conclusione, di un incidente di lavoro davvero spiacevole – lo riconosco – chiusosi però sul momento e suggellato ieri a Cardito, in occasione del funerale della giovane vittima Pasquale Romano, quando intravisto don Patriciello di spalle, l’ho avvicinato facendogli una carezza sulla nuca”, conclude il prefetto.