TERZIGNO – Riceviamo e pubblichiamo la precisazione del Dr Alberto Aliberti in merito all’articolo intitolato “Rifiuti: espulso da Terzigno oppositore violento”, pubblicato in data 11 ottobre sul nostro portale.

“Non risponde a verità la qualifica del Dr. Aliberti quale soggetto molto attivo nel contrato violento della raccolta dei rifiuti. Assieme ad altri cittadini partecipanti al “Movimento difesa del territorio area vesuviana- Collettivo area vesuviana”, anche il Dr. Alberti non solo ha sempre attivamente partecipato in maniera non violenta alle manifestazioni volte ad ottenere la bonifica e la chiusura della discarica sita in località Pozzelle, ma ha anche partecipato e, ad onor del vero, partecipa ad una campagna molto attiva di informazione e sensibilizzazione sul territorio vesuviano in merito alla questione dei rifiuti. L’assoluta estraneità del Dr. Aliberti rispetto a qualsiasi manifestazione violenta del dissenso per la questione rifiuti è comprovata dal fatto che, in riferimento al proc. Pen 1456/2012 RGPM, incardinato presso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, relativo ai fatti di Terzigno del 2010, nel quale l’Aliberti risultava indagato, la posizione dello stesso è stata stralciata a seguito dell’archiviazione disposta con Decreto del GIP Dr. Claudio Marcopido, depositato in data 6/03/2012.

 

Con riferimento all’episodio riportato nell’articolo si precisa che:

nessuna sentenza è stata emessa dalla Corte di Cassazione rispetto al ricorso contro la misura restrittiva  che ha attinto l’Alberti; dunque è assolutamente falsa la notizia riportata seconda la quale “ i supremi giudici hanno risposto che ci sono esaustive motivazioni sulla concretezza e attualità del pericolo di reiterazione della condotta criminosa, anche con riferimento alla personalità dell’imputato”: nessuna “risposta” è ancora giunta a conoscenza dell’Aliberti  né del suo difensore dai Supremi giudici!

 

Con riferimento alla situazione processuale, si specifica che ad oggi il processo si trova in fase pre dibattimentale; dunque in base a nessuna condanna è stata accertata le responsabilità penale del Dr. Aliberti rispetto alle accuse contestategli dalla Procura di Nola e quindi si precisa che non rispondo al vero le affermazioni secondo le quali il Dr. Aliberti “ha bloccato l’autocompattatore all’ingresso di Cava Sari, con due complici ah picchiato i due autisti del mezzo e ha dentato di darlo alle fiamme”. Allo stato attuale, le accuse mosse dalla Procura non sono altro che l’esito di una ricostruzione che il P. M. ha ipotizzato,  dei fatti accaduti nella notte tra il primo e il due marzo 2012: durante il giudizio la difesa del Dr. Aliberti darà la sua ricostruzione dei fatti, dimostrando la completa estraneità dello stesso rispetto alle accuse contestategli”.

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