Di seguito vi pubblichiamo la nota inviata a tutti i parlamentari, onorevoli e senatori, della provincia di Caserta, relativa alla petizione art. 4 sulla Legge di stabilità 2013 – tagli al salario accessorio dei dipendenti degli enti previdenziali. I destinatari sono: i Senatori: Giuliano Pasquale, Sarro Carlo, Gennaro Coronella Gli Onorevoli: Gianfranco Paglia – Vincenzo D’Anna – Pina Picierno – Stefano Graziano – Giovanna Petrenga, Mario Landolfi, Nicola Cosentino, Domenico Zinzi, Americo Porfidia.
Come è noto, l’intero panorama dei servizi pubblici e, in particolare, il sistema degli enti previdenziali ed assistenziali, è oggi al centro di interventi di riassetto organizzativo e funzionale che, proprio in quanto imposti dall’esigenza di risanare i conti pubblici, perseguono, tra l’altro, l’obiettivo di ridurre la spesa improduttiva.
Da anni la Cisl FP si dichiara pronta a sostenere tali interventi, purché gli stessi risultino incentrati sul mantenimento e sul rafforzamento del livello dei servizi, il recupero selettivo delle risorse da sprechi e disorganizzazioni, la valorizzazione delle competenze e delle professionalità interne agli enti.
Spiace dover evidenziare come, sul punto, il disegno di legge “stabilità”, approvato dal Governo ed ora all’esame del Parlamento, vada, invece, nella direzione opposta.
L’art. 4 del citato disegno di legge infatti, da un lato quantifica, prescindendo da qualsivoglia valutazione circa il modo in cui i soldi pubblici vengono impiegati, l’ammontare annuale dei risparmi strutturali che, a partire dal 2013, gli enti dovranno complessivamente conseguire (300 milioni di euro), dall’altro, prevede la possibilità che tali economie siano conseguite anche tagliando le risorse di cui all’art. 18 della legge n. 88/89, sino ad ora destinate al finanziamento dei cosiddetti progetti speciali. Progetti che, sia in Inps che in Inail, hanno sino ad oggi reso possibile un progressivo rafforzamento del livello dei servizi ed il conseguimento di consistenti risparmi di spesa. Il finanziamento di tali progetti infatti, da una parte, ha permesso di mettere in campo costanti incrementi produttivi, a tutto vantaggio della funzionalità, della fruibilità e della velocità delle prestazioni e dei servizi erogati dagli enti, dall’altra, di costruire modelli organizzativi che, in quanto imperniati sull’attribuzione di incarichi di responsabilità ai funzionari, hanno tra l’altro consentito di ridurre sensibilmente il numero dei dirigenti.
Consentire alle amministrazioni di conseguire il previsto obiettivo di risparmio attraverso un taglio alle risorse destinate al finanziamento dei progetti speciali, equivarrebbe inoltre ad esporre i lavoratori e le lavoratrici degli enti al rischio di vedersi decurtata la quota di retribuzione collegata alla realizzazione di tali progetti. E ciò, in una fase nella quale, per effetto del blocco dei rinnovi contrattuali disposto dalla normativa vigente, le retribuzioni dei pubblici dipendenti rimarranno congelate, fino a tutto il 31/12/2013, ai livelli 2010.
Le nuove misure verrebbero altresì a sommarsi a quelle che già impongono all’Inps e all’Inail una ulteriore riduzione degli organici dirigenziali e non dirigenziali (art. 2 del decreto legge n. 95/2012, convertito, con modificazioni, con la legge n. 135/2012); riduzione che, già di per sé, rischia di produrre una contrazione del livello delle prestazioni e dei servizi che, soprattutto in una fase, come quella attuale, caratterizzata da un forte incremento dei bisogni di tutela dei cittadini e delle imprese andrebbe certamente evitata.
Per queste ragioni, la Cisl FP ha lanciato una grande mobilitazione finalizzata a chiedere la modifica dell’art. 4 del ddl stabilità e ad aprire un tavolo di confronto con i vertici delle amministrazioni interessate.
Con questa petizione, la scrivente O.S. chiede un fattivo interessamento da parte della S.V. affinché, nel corso dell’iter parlamentare di approvazione del ddl stabilità, venga espunta dal dispositivo del più volte citato art. 4 la norma in cui si prevede che l’obiettivo dei 300 milioni annui di risparmio possa essere conseguito, da parte delle amministrazioni, anche attraverso una riduzione delle risorse di cui all’art. 18 della legge n. 88/89.
La modifica proposta, peraltro neutrale rispetto all’esigenza di salvaguardare i saldi di finanza pubblica già individuati, consentirebbe infatti, come è corretto che sia e come utenti e lavoratori legittimamente si attendono, di indirizzare la scure sugli sprechi, sugli appalti milionari, sugli affitti esorbitanti, sulle commesse inutili, evitando riduzioni del livello dei servizi e tagli alle retribuzioni.
Infatti, si evidenzia come il solo costo annuo per questi Enti delle consulenze esterne, dirette e indirette, superi i 60 milioni di euro, a cui si aggiungono gli oltre 200 milioni di euro destinati agli appalti esterni. Non va trascurato nemmeno il balzello che gli Enti devono pagare alle banche per l’erogazione delle prestazioni istituzionali e che ammonta a diverse centinaia di milioni di Euro annui. Se a ciò aggiungiamo la mancata valorizzazione della vendita degli immobili a scomputo delle cifre richieste agli Enti previdenziali appare ben definito il serbatoio da cui recuperare risorse economiche, peraltro, molto più ricco delle tasche dei lavoratori.
Carmine LETTIERI
Segretario Generale
4. 41. Giovanelli, Graziano, Mattesini, Verini, Iannuzzi.