ROMA. “Un Consiglio, si parva licet, al presidente Berlusconi prima che si celebri l’ufficio di presidenza del Pdl affinché quest’ultimo non si trasformi in una seduta analoga a quella del Gran Consiglio del fascismo che, il 25 luglio del 1943, sancì la defenestrazione di un altro Cavaliere, Benito Mussolini”. A suggerirlo, rivolgendosi direttamente all’ex premier, è l’on. Vincenzo D’Anna, membro della commissione Affari Sociali di Montecitorio.

D’Anna, iscritto al gruppo di Popolo e Territorio, ma eletto parlamentare nelle liste del Popolo delle Libertà, rammenta “al Cavalier Berlusconi che è nella sua disponibilità dilapidare i propri averi economici e forse anche il patrimonio di consensi di cui è portatore, ma non è nella sua disponibilità sciupare la fiducia che i ceti produttivi, le categoria professionali e milioni di Italiani hanno riposto nel suo programma politico per cambiare il Paese”.

“La rivoluzione liberale – prosegue il deputato di origini casertane – è ancora di attualità. E sono ancora molti quelli che chiedono che siano radicalmente modificati i compiti e le funzioni dello Stato e che il libero mercato soppianti l’era degli sprechi, dello statalismo assistenziale e clientelare”.

Per realizzare tutto questo, rilancia l’on. Vincenzo D’Anna: “occorre la presenza di Silvio Berlusconi in politica”. Una presenza, quella del leader carismatico del Pdl “che non è sostituibile con la liturgia delle primarie di partito che dovrebbero, miracolosamente, conferire carisma ed autorevolezza a soggetti che non hanno in dote questi talenti” conclude il parlamentare di Popolo e Territorio.

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