“Non i 30 mila ipotizzati, ma 7.389”. E’ questo il numero dei “posti letto per acuti che diminuiranno in Italia per effetto del decreto sulla spending review”. Lo precisa il ministro della Salute Renato Balduzzi in una lettera inviata al Corriere della Sera.
“Non si tratta di tagli lineari – sottolinea -, come qualcuno si affretta continuamente a dire, ma di una ristrutturazione, di una riconversione dell’offerta assistenziale in modo che essa sia più rispondente alle necessità e al bisogno di salute degli italiani”. “Diminuire i posti letto per acuti – prosegue Balduzzi – non significa ridurre i servizi ma organizzare meglio l’assistenza sanitaria, circoscrivendo la presenza in ospedale ai soli casi e giorni necessari. In alcune Regioni diminuiranno i posti letto per acuti ma aumenteranno quelli che servono alle cure riabilitative dopo la fase acuta della malattia. Oggi la popolazione italiana è sempre più anziana, con una maggiore incidenza di alcune patologie, e quindi abbiamo bisogno di un numero di posti letto per riabilitazione e lungodegenza più alto di quello attuale. Inoltre la razionalizzazione della rete ospedaliera non significa solo diminuire i posti letto, ma anche metter ordine nella mappa dei reparti, evitando negli ospedali sovrapposizione di servizi e a volte veri propri doppioni a pochi chilometri di distanza”.