CASERTA – Fim-Fiom-Uilm superano le segreterie provinciali e chiedono la convocazione dello sciopero generale del territorio. Dopo la manifestazione del 27/10/2012 che ha affrontato i problemi della crisi e della deindustrializzazione della provincia di Caserta,
che ha visto una grande partecipazione dei metalmeccanici, registrano un aggravamento del contesto generale di terra di lavoro, nonchè delle singole vertenze, portate anche a simbolo nella manifestazione di Cgil Cisl Uil. Nello specifico: – sull’Accordo di Programma per le aree in Crisi di Caserta, i lavoratori di Ixfin, Finmek e Costelmar sono stati scaricati in mobilità, senza troppi riguardi, dalle istituzioni regionali e ministeriali alla fine dei percorsi di cassa integrazione in deroga, senza una reale ipotesi di qualsiasi recupero, a fronte di effimeri impegni istituzionali a rinnovare gli strumenti di contrattazione e sviluppo per il territorio; – sull’Accordo di Programma Campania Nord, per i lavoratori di Formenti si è ottenuta una proroga di 3 mesi (fino al 31 dicembre 2012) del trattamento in deroga, a fronte di un impegno a valutare proposte nuove di industrializzazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, che ancora non vedono concretizzazione; – sulla vertenza Firema (in amministrazione straordinaria fino a Marzo 2013), dopo l’agognato rispetto dell’impegno a pagare commesse già consegnate 2 anni fa, in attesa di una possibile soluzione industriale per un’azienda in grado di produrre, non si intravedono avanzamenti significativi, se non negli impegni verbali delle riunioni reiterate nel tempo. Pertanto, le segreterie generali di Fim-Fiom-Uilm di Caserta, in continuità e in coerenza, con gli impegni assunti nell’attivo dei delegati del 23/10/2012 e a conferma di quanto affermato durante la manifestazione del 27/10/2012 da parte dei segretari confederali, chiedono a Cgil-Cisl-Uil di Caserta di attivare le iniziative per uno sciopero generale della provincia di Caserta, a difesa degli strumenti di contrattazione e di sviluppo già presenti per il territorio e disattesi da tutti i livelli istituzionali e a difesa della capacità produttiva, commerciale, economica ed occupazionale di un territorio più volte ignorato dalla politica regionale e governativa.