CAPODRISE. L’industria cinematografica hollywoodiana l’ha trasformata in uno standard, presente, ormai, come opzione anche negli ipertecnologici tv-color domestici. Per la fotografia, invece, la visione in 3D, o stereoscopica, è una sorta passato che ritorna. L’illusione di poter «impressionare» la profondità su un supposto a due dimensioni appassiona l’uomo da tempo, ma solo negli ultimi anni scienza e arte ne stanno esplorando le potenzialità.
Il fotoreporter Gaetano Montebuglio, che vive e lavora a Capodrise, ne fornirà un saggio in una mostra dal titolo minimalista e… cartesiano, «XYZ». Le opere saranno visibili il 10 e 11 novembre sera nei vicoli di via Santoro, a Marcianise, in occasione de «L’Estate di San Martino», animata dall’associazione «Majeutica». «Fotografare la vita, pura e semplice – dice -, è sempre stato uno dei miei orizzonti professionali. Stavolta, ho cercato di fare qualcosa in più, quasi un passo in avanti, o meglio, un passo dentro la realtà». Ed è paradossale, a pensarci, che per tentare di agguantarne dei pezzi si ricorra a un’illusione ottica. La tecnica 3D consiste, infatti, nel creare due immagini sovrapposte, ciascuna visibile da un occhio solo, la cui visione d’insieme «confonde» il cervello, restituendo all’osservatore l’idea dello spessore, del volume dei soggetti. La mostra raccoglie foto di luoghi, persone, atmosfere del centro storico di Marcianise, che Montebuglio ha già attraversato nelle personali «Il ventre della vacca» nel 2010 e «CruciFiction» nel 2011. «Questa città – rivela – è un groviglio misterioso di storie, di ricordi, di emozioni: ogni luce che si accende, più grande è il cerchio d’ombra che crea intorno». In «XYZ», gli scatti saranno in formato anaglifo e per poterli apprezzare bisognerà indossare i famosi occhiali rosso-ciano, forniti dall’organizzazione. Fotografo professionista, membro del “Canon professional Service”, Montebuglio ha affinato la sua tecnica nei migliori studi fotografici della provincia di Caserta, ponendo sempre particolare attenzione alle diverse espressioni della realtà locale. Con le sue foto racconta la realtà attraverso il reportage, vivendo ogni situazione da osservatore, mai da protagonista. Nel 2006 ha partecipato al concorso fotografico “Vincenzo Fiorillo”, vincendolo l’anno successivo. Ha esposto in diverse location, affrontando diverse tematiche: “Il silenzio” (2010), “Il ventre della vacca“ (2010), “Reggia, toccata e fughe” (2010), “Jërëjëf, Mamadou” (2011). Ha preso parte alla mostra fotografica “Sguardi Campani. Dieci fotoreporter, dieci modi diversi di guardare il mondo” al Centro Commerciale Campania (2011). Suo, inoltre, è il reportage “Cruci-fiction”, esposto a Marcianise nel dicembre 2011. Ha collaborato, poi, con le Edizioni San Paolo, realizzando le foto di copertina di “Io c’ero” (Michele Casella, 2011) e “Iride, veloce come il vento” di Annalisa Minetti, da qualche settimana in edicola. Ha realizzato, infine, le immagini per il disco della Minetti “Nuovi giorni”, edito da Lungomare.