“Dopo 34 anni di fabbricazione di festival, non posso negare una schicchera di emozione in più qui stasera”: così in completo nero orientale di ordinanza Marco Muller ha inaugurato stasera la settima edizione del Festival di Roma, la prima sotto la sua direzione artistica.
Accanto a lui la ‘madrina’ Claudia Pandolfi, in lungo rosso-fucsia, a duettare sui nomi delle ben quattro giurie sedute in platea con siparietti involontariamente divertenti. Fuori la cavea dell’Auditorium un red carpet non sfavillante dominato dagli asiatici, eleganti ma non certo popolari. “E’ pieno di orientali – si è sentito dire tra la folla evidentemente informata sulla passione del direttore – si vede che è arrivato Muller”. Il regista cult giapponese Takashi Miike ha avuto applausi dai fan cinefili, ma quando è passata la delegazione russa per il film di apertura Aspettando il mare di Batkhtiar Khudojnazarov persino i più accaniti si sono dati di gomito per chiedere chi fosse nel mucchio il regista. Un parterre da cinema d’autore come i film che hanno caratterizzato l’apertura del Festival di Roma, esordio non certo all’insegna della popolarità. Si sperano per domani applausi fragorosi per le star Carlo Verdone e Jude Law. Così mentre sfilavano infreddoliti alla spicciolata tra gli altri il sindaco Gianni Alemanno, i produttori Fulvio Lucisano, Aurelio De Laurentiis, Roberto Ciccutto, i maestri Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo, la scenografa premio Oscar Francesca Lo Schiavo arrampicata su stivaletti fetish, le attrici e giurate Valentina Cervi, Stefania Rocca, Matthew Modine, la bellezza anoressica della modella Anastasia Mikulchina, a far rumore sono stati quei provocatori delle Iene. “Villaggio sei uno di noi, Villaggio sei uno di noi” hanno ritmato al megafono all’inizio del red carpet inseguendo il quasi 80enne attore in tenuta stravagante, giacca rosa e gonnellona lunga e accanendosi poi con il regista-attore Giulio Base preso in braccio al grido “Il cane Lassie è meglio di te”.