SAN FELICE A CANCELLO – San Felice a Cancello ha bisogno più che mai di un consiglio comunale e di una amministrazione in grado di produrre qualità, trasparenza e senso di appartenenza, invece di ritenere che la cosa pubblica sia conquista e spartizione.


In queste settimane abbiamo assistito all’ennesimo scontro tra l’amministrazione Nuzzo ed il PD, che non è presente in consiglio comunale, ma è l’unico partito rimasto sulla scena politica, dopo la quasi totale scomparsa dell’opposizione. Da anni, ormai, le amministrazioni sin qui succedutesi sono state più attente alle logiche spartitorie di basso livello che a pensare minimamente alla natura e alla missione loro assegnata dagli elettori nelle ultime competizioni elettorali. A metà circa del cammino, dopo vari cambi in seno alla giunta, questa amministrazione che si era proposta in campagna elettorale come l’unica compagine capace di cambiare la macchina amministrativa di un paese in grave crisi finanziaria, ha soprattutto badato alla propria immagine piuttosto che operare in modo diverso dal passato.

Le azioni messe in campo, anche quando accompagnate dalle migliori intenzioni, si sono manifestate confuse e disorientate. All’idea di una gestione trasparente ed efficientista hanno fatto da contraltare le resistenze più retrive della lottizzazione selvaggia cui siamo abituati da anni.

Quel che è più sbalorditivo, è che nessuno, tranne il PD, abbia provato a sollevare interrogativi semplici ma fondamentali: quali sono, oggi, il senso e la missione dell’amministrazione di San Felice a Cancello? Cosa serve di più ai cittadini, chiamati a pagare sempre più tasse? Quali sono i servizi che chiedono?

Sembra che con questa amministrazione non ci sia mai il tempo – né la volontà? – di parlare di ambiente (studi del PD su inquinamento); di risanamento finanziario (critiche al bilancio comunale, all’incremento delle tasse, alle improbabili dismissioni); di occupazione (ex LSU al comune e concittadini licenziati e/o in cassa integrazione ed in mobilità); di piazze recentemente ristrutturate da rifare con nuovi mutui a carico dei cittadini; di edilizia (quale piano per i nuovi insediamenti e quali ricadute sull’attuale patrimonio immobiliare?… A quando una politica per ristrutturazioni e riqualificazione?… ); di immigrazione (problema dell’integrazione e quindi del controllo); di diminuzione delle tasse come IMU, TARSU, acqua; di presidi di guardia forestale a difesa del verde delle nostre montagne ed interventi a difesa della legalità e della vivibilità.

Ci saremmo attesi un dibattito vero, un confronto pubblico almeno su alcuni di questi temi sollevati dal PD. Invece osserviamo risposte assenti nel contenuto e dal tono infastidito da parte della seconda carica dopo il Sindaco, Mario De Rosa (già sostenitore di una precedente amministrazione targata De Lucia, dove aveva indicato come suo referente l’assessore Pietro Ferrara).

Quello che emerge da questo atteggiamento è una fuga dalle proprie responsabilità, la paura di un pubblico dibattito e – soprattutto – una visione della gestione della “cosa pubblica” ben diversa da quella del PD, che – ripeterlo non è mai abbastanza – può vantare una rappresentanza fatta di persone perbene, mai coinvolte in vicende giudiziarie, mai accusate di favoreggiamenti verso parentele. Un confronto inevitabile, specialmente fuori dal palazzo, dove c’è la gente comune, che rischia di essere dimenticata, quando ci si circonda, come spesso capita a chi vince, di giullari e cortigiane.

Il Circolo del PD di San Felice a Cancello

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