NAPOLI – “La decisione di de localizzare i presidi Psaut da parte della direzione dell’Asl Napoli 2, priva il territorio di un servizio di prima assistenza indispensabile. Si tratta di un provvedimento dannoso per i cittadini che andrebbe riconsiderato”.
Lo hanno dichiarato Nicola Caputo, consigliere regionale e presidente della commissione Trasparenza e Raffaele Topo, consigliere regionale e membro della stessa commissione. “La delibera 881 del 30.10.2012 approvata dall’Asl Napoli 2 nord – spiegano Caputo e Topo – delocalizza 4 Psaut. Si tratta delle strutture di Arzano e Afragola che sono dislocate presso il P.O. San Giovanni di Dio di Frattamaggiore la struttura di Marano viene trasferita presso il P.O. San Giuliano di Giugliano, quella di Varcaturo presso il P.O. Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli e quella di Ischia che passa al P.O. Rizzoli”. “La presenza sul territorio dei presidi Psaut è confermata dal dato normativo rappresentato dal decreto 49, in quanto presidio extra ospedaliero, territoriale, e struttura separata dal pronto soccorso, dunque, la delocalizzazione rappresenta una violazione della normativa in materia”. “Si tratta di strutture di primo intervento, attive h24, in cui è prevista l’assistenza medica per casi di minore complessità, l’osservazione medica breve e la piccola chirurgia, sono in grado di fornire una prima risposta a problemi di urgenza o emergenza per i cittadini decongestionando i pronto soccorso degli ospedali. La forte carenza finanziaria e di organico – aggiungono – non giustificano una decisione radicale come quella di privare i cittadini di vaste porzioni di territorio, vedi l’area del giuglianese, di presidi come i Psaut”. “E’ necessario approfondire la tematica che riguarda la riorganizzazione territoriale, così da consentire comunque a tutti gli utenti un facile accesso ai servizi sanitari di primo soccorso. Imporre ai cittadini di fare un lungo tragitto per risolvere piccoli problemi sanitari potrebbe indurre gli stessi a rinunciare all’assistenza medica pubblica o a rivolgersi ad altre strutture. Scriveremo a Caldoro – annunciano Caputo e Topo – perché sia riconsiderata la decisione di privare i territori dei presidi Psaut e allo stesso tempo si lavori ad una complessiva e più razionale pianificazione della rete di primo soccorso che risulti anche compatibile con le esigenze di fruibilità dei cittadini”.