Il Tg1 diventa l’ultimo pomo della discordia della campagna per le primarie, giunta ormai alle battute finali prima del voto di domenica. Tra manifestazioni di piazza e appelli radiotelevisivi, i 5 candidati vanno a caccia dell’ultimo voto anche se i sondaggi, l’ultimo quello della Swg, danno Pier Luigi Bersani ad un passo dalla vittoria al primo turno. “Mi aspetto il secondo turno”, prevede il segretario Pd che in realtà spera di vincere già domenica così come Matteo Renzi pensa di “arrivare al 30 per cento” e andare al secondo turno.
E Nichi Vendola ha la stessa ambizione. Troppo ghiotti gli ascolti del tg della rete ammiraglia della Rai perché l’intervista, alle 20, a Pier Luigi Bersani non provocasse l’indignazione degli altri sfidanti, Renzi in testa, contro l’imparzialità della tv pubblica. Alla fine il direttore del Tg1 Alberto Maccari decide di tagliare la testa al toro e ospitare gli interventi di tutti i ‘magnifici 5′, compresi Laura Puppato e Bruno Tabacci. La vera chiusura della campagna elettorale sarà, in realtà, domani. E anche per l’ultimo appello i principali aspiranti premier hanno scelto luoghi-simbolo: Bersani sarà a Stella San Giovanni a rendere omaggio a Sandro Pertini, esempio di un grande italiano e prova di come l’esperienza non vada buttata via in nome della rottamazione. Il sindaco di Firenze sarà a Siena, sede del Monte dei Paschi, per tornare sullo scontro avuto con Bersani sui rapporti politica e finanza: “Mi hanno rotto le scatole per tutta la campagna con la storia delle Cayman e ora voglio ricordare ai dirigenti del mio partito i rapporti con le banche la finanza, il Monte dei Paschi”. Vendola, invece, preferisce le origini del borgo natio e domani mattina sarà a Terlizzi mentre la sera sarà l’ultimo a chiudere la grande sfida prima del voto con una manifestazione a Bari. L’effetto di questa mobilitazione, in piazza, in tv e sul web, sembra funzionare: sono già oltre 1 milione le persone che si sono registrate per votare. E l’obiettivo, spiegano fonti democratiche, è sfondare domenica il tetto dei 3 milioni di votanti, superando l’ultima sfida alle primarie, quella tra Bersani e Franceschini per la segreteria. Oltre ad una grande prova di piazza, però, la vera posta in gioco è la premiership del centrosinistra. Tutti gli sfidanti assicurano che daranno una mano al vincitore anche perché soffiano forti i venti che vorrebbero un Monti bis. Ma, fair play, a parte Bersani, Renzi e anche Vendola aspirano a vincere. “Vincere le primarie di domenica sarà difficile, ma certo non impossibile”, spera il sindaco di Firenze che garantisce che in caso di vittoria cambierà il paese, cominciando a “negare la deroga” per il Parlamento a Rosy Bindi. Anche il leader di Sel, deluso dalla scelta pro Renzi di Bersani in caso di secondo turno, fa mostra di credere nella vittoria. Non fa invece previsioni sull’esito finale il segretario Pd che in realtà, secondo i calcoli dei sostenitori, potrebbe vincere già domenica considerato che del milione di iscritti l’80 per cento vota per Bersani visto che è una platea composta soprattutto da militanti. Una vittoria al primo turno darebbe, certo, più forza al segretario Pd in vista della vera battaglia: le elezioni. Ed infatti per Bersani la cosa più importante è: “dal giorno dopo le primarie saremo in piedi per candidarci a guidare questo paese e lo faremo avendo mostrato che ci può essere una politica un po’ diversa”.