La Procura di Milano, da quanto si é appreso, ha chiesto al magistrato di Sorveglianza la detenzione domiciliare di Alessandro Sallusti a casa della sua compagna, l’esponente del Pdl Daniela Santanché. La procura nel chiedere la detenzione domiciliare di Alessandro Sallusti a casa di Daniela Santanché si è uniformata alla richiesta dello stesso direttore de Il Giornale che, come si legge nel provvedimento, aveva eletto il suo domicilio nella casa dell’esponente del Pdl, che è anche sua compagna.

Domicilio che “risulta idoneo ed effettivo – si legge nell’atto – considerata anche la circostanza che il condannato è oggetto di misure di protezione”. “E’ del tutto coerente con i principi di un ordinamento liberaldemocratico non ‘imporre’ al condannato un percorso di rieducazione che egli abbia espressamente rifiutato (le misure alternative al carcere, ndr.), tanto quanto adottare misure contingenti e provvisorie volte ad intervenire sul sovraffollamento del circuito carcerario, nella finalità ultima di garantire il rispetto della dignità delle persone che debbono rimanere soggette alla applicazione della pena detentiva in carcere”. E’ anche questa la motivazione con cui la Procura di Milano ha deciso nei confronti del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti la detenzione domiciliare dopo che è diventata definitiva la sua condanna per diffamazione a quattordici mesi di reclusione. Sallusti, infatti, dopo che la sentenza era passata in giudicato aveva scritto ai magistrati che “…é intenzione del sottoscritto non richiedere, allo stato, alcuna delle misure alternative alla detenzione previste dall’ordinamento”.

 

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