CAPUA – Il consigliere Fabio Buglione, capogruppo UDC, in occasione del Consiglio Comunale di martedì 27 novembre, avente ad oggetto la discussione sulla vendita di proprietà comunali, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “A pochi mesi dall’insediamento dell’Amministrazione, il Consiglio Comunale fu chiamato a deliberare la vendita del terreno sito in località Maiorisi.

In quella occasione, su iniziativa del gruppo consiliare dell’Udc, venne approvato un emendamento che prevedeva, che nel caso in cui il bando per la vendita del bene fosse andato deserto, il consiglio comunale avrebbe dovuto essere investito nuovamente della questione, senza possibilità, quindi, di provvedere alla vendita a trattativa privata. Quindi l’Udc, prevedendo che i tentativi di vendita non avrebbero avuto esito positivo, chiese che fosse il consiglio comunale ad esprimersi nuovamente sull’ argomento.

Con questo l’Udc non vuole arrogarsi poteri di preveggenza che non ha. La previsione di un possibile esito negativo della vendita per pubblici incanti, nasceva dalla semplice constatazione della crisi del mercato, innanzitutto quello immobiliare, che ha determinato un forte rallentamento dell’attività edilizia. Di fronte a questa crisi, quindi, ci siamo posti il problema della salvaguardia del patrimonio comunale, nella consapevolezza che i beni comunali appartengono a tutti i cittadini, e noi amministratori abbiamo il dovere di preservare, se non di incrementare questo patrimonio. Ma questo purtroppo non è avvenuto nel corso di questi anni.

Troppo spesso si è proceduto con eccessiva disinvoltura alla svendita del patrimonio comunale con il sistema della trattativa privata. Riteniamo questo metodo inaccettabile dal punto di vista morale. Ci chiediamo come sia possibile che il comune di Capua ricorra sempre alla trattativa privata per la vendita dei beni comunali. Ci si risponderà che, proprio perché c’è un periodo di crisi questo strumento è necessario per mettere a reddito beni improduttivi e dare impulso all’attività edilizia.

Questa risposta però non ci convince. Dietro la trattativa privata infatti, si nascondono spesso gli appetiti di imprenditori spregiudicati per i quali Capua è diventata terra di conquista, con buona pace dei cittadini che vedono ogni giorno mortificata una storia millenaria per fare spazio a interessi spesso poco limpidi. Se a Capua c’è un basso tasso di imprenditorialità non dipende solo dalla crisi ma anche dall’incapacità di creare le condizioni minime per attrarre investimenti.

Ma il sistema della trattativa privata è inaccettabile anche dal punto di vista politico – contabile. La svendita del patrimonio di questi anni non ha prodotto risultati positivi per il bilancio. Basti pensare che poche settimane fa ci siamo espressi su un consuntivo che aveva il parere negativo dei revisori dei conti.

Se a ciò aggiungiamo che l’impoverimento del patrimonio determina anche una minore capacità di indebitamento e , quindi, l’impossibilità di contrarre mutui per investimenti, non è allora difficile comprendere come questa strada non porti da nessuna parte. Ci chiediamo se gli amministratori fossero disposti a svendere una loro proprietà per consentire a qualche imprenditore di fare i propri comodi”.

 

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