BENEVENTO – L’impatto della crisi economica, continua a mostrarsi più intenso nelle regioni meridionali che nel resto del paese. Al fine di analizzare la variabilità territoriale delle dinamiche congiunturali, lunedì 10 dicembre 2012, alle ore 15,30 presso il Dipartimento di Studi dei Sistemi Economici, giuridici e Sociali – SEGIS, dell’ Università degli Studi del Sannio, si terrà un Convegno dal titolo “L’Economia in Italia e in Campania” in cui verranno presentati i più recenti documenti che la Banca d’Italia ha prodotto sul tema delle econome regionali.
La presentazione dei principali risultati dell’ultimo rapporto sulle Economie regionali, che fornisce un’analisi disaggregata per aree geografiche della congiuntura economica in Italia, sarà svolta dal Dott. Daniele Franco, Direttore Centrale dell’Ufficio Studi della Banca d’Italia.
Il Dott. Giovanni Iuzzolino, Responsabile del Nucleo per la Ricerca Economica, Sede di Napoli, Banca d’Italia si soffermerà invece in particolare su l’evoluzione congiunturale più recente relativa alla regione Campania.
Dopo i saluti del Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, Prof. Filippo Bencardino, del Preside della Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali Prof. Massimo Squillante e del Direttore del Dipartimento SEGIS, Prof. Giuseppe Marotta, l’apertura dei lavori sarà affidata al Direttore della Sede di Napoli, Banca d’Italia, Dott. Giuseppe Boccuzzi.
Ulteriori contributi e spunti di discussione saranno offerti dai docenti dell’Università degli Studi del Sannio, Prof. Riccardo Realfonzo, Ordinario di Fondamenti di Economia Politico, e dalla Prof.ssa Antonella Malinconico, Associato di Economia degli Intermediari finanziari.
Il rilievo scientifico e culturale dell’iniziativa si deve alla funzione economico-sociale della diffusione delle ricerche, tramite questi documenti la Banca d’Italia mette a disposizione della collettività le proprie conoscenze sulla congiuntura e sulla struttura delle economie delle diverse regioni italiane. Le analisi si inseriscono sul dibattito sulle economie locali, che con l’aggravarsi della crisi economico-finanziaria è più che mai di viva attualità.
L’analisi congiunturale mostra che nel corso dei primi nove mesi del 2012 i livelli produttivi si sono contratti in maggiore misura nel Mezzogiorno, riportandosi sui livelli minimi della primavera del 2009. Il fenomeno è in parte spiegato dalla maggiore dipendenza delle imprese meridionali dagli andamenti della domanda interna.
Secondo l’indagine campionaria della Banca d’Italia, in Campania la quota di imprese che ha rilevato una riduzione del fatturato è stata superiore a quella del corrispondente periodo del 2011 in tutti i comparti produttivi. I settori maggiormente dipendenti dalla domanda interna, in particolare dalla componente pubblica come quello edilizio, hanno continuato a mostrare i risultati peggiori. Andamenti lievemente migliori della media si sono manifestati per le imprese esportatrici e nel comparto turistico.
Le esportazioni campane, dopo la buona crescita rilevata nei primi tre mesi dell’anno, sono diminuite nel secondo trimestre.
Gli scambi con l’estero continuano a mostrare andamenti sensibilmente differenziati tra i settori: la perdurante stagnazione dell’export di autoveicoli e il calo di quello farmaceutico sono stati compensati dall’ulteriore crescita del comparto aeronautico e dalla ripresa rilevata nei settori del sistema moda (abbigliamento e calzature).
Gli investimenti fissi delle imprese con sede in Campania hanno mostrato ulteriori cedimenti nel 2012, dopo il marcato calo dell’anno precedente. Solo la metà delle imprese prevede di rispettare le intenzioni di investimento programmate per il 2012, mentre quasi il 40 per cento di esse ha rivisto al ribasso la spesa, prevalentemente a causa di difficoltà di natura finanziaria. Il basso livello di utilizzo della capacità produttiva e le incerte prospettive della domanda tendono a frenare gli investimenti anche per il 2013.
Nel primo semestre del 2012 il tasso di disoccupazione è cresciuto di circa 2 punti percentuali al Centro Nord e di quasi 4 nel Mezzogiorno. Le ore di Cassa integrazione guadagni sono tornate a crescere, soprattutto al Centro e nel Mezzogiorno. In Campania, il numero di occupati è rimasto sostanzialmente stabile. Sono invece fortemente aumentate le persone in cerca di occupazione, sia nella componente degli ex-occupati sia in quella degli ex-inattivi.
I prestiti bancari alle imprese sono diminuiti in tutte le macroaree del paese, mentre quelli alle famiglie sono rimasti invariati. In Campania la riduzione dei prestiti alle imprese è stata più intensa della media. Vi hanno contribuito il basso livello della domanda e l’intonazione restrittiva dell’offerta. È sensibilmente cresciuta l’incidenza delle insolvenze. Il credito al consumo concesso alle famiglie è calato; i prestiti per l’acquisto di abitazioni hanno fortemente rallentato.
Le prospettive economiche restano incerte: in settembre i sondaggi presso le aziende italiane hanno fornito segnali di una lieve attenuazione del pessimismo sulle prospettive a breve termine, ma ancora non tali da prefigurare un immediato ritorno alla crescita.
La probabilità di scenari peggiori si è comunque ridotta: negli ultimi mesi gli interventi della Banca centrale europea (BCE) e le misure decise a livello sia europeo sia nazionale hanno attenuato i timori di una crisi dirompente nell’area dell’euro; insieme con alcuni segnali di ripresa della domanda negli Stati Uniti e nelle economie emergenti, ciò ha migliorato le condizioni dei mercati finanziari. In Italia si registra un calo dello spread sovrano e il ritorno degli investitori esteri sul mercato dei titoli di Stato.