SANTA MARIA CAPUA VETERE – L’amministrazione comunale, con il settore servizi sociali e l’ambito territoriale C5, sta predisponendo un programma di attività di orientamento, formazione e reinserimento sociale e lavorativo.

Il progetto – fortemente sollecitato dal consigliere comunale Carmine Munno – prevede la partecipazione di numerosi soggetti (tra i quali enti di formazione, attori del terzo settore, centri di giustizia minorile) e nasce da un concreto bisogno territoriale riguardante i minori ospitati nella comunità residenziale penale dell’Angiulli.

L’iniziativa, tuttavia, avrà una platea più estesa e non riguarderà solo i minori dell’area penale, ma anche i giovani che avranno bisogno di essere reinseriti nel mondo del lavoro.

Oltre al settore dei servizi sociali, è coinvolto nel progetto anche l’assessore alle Politiche giovanili Paolo Busico.

Obiettivo del programma in corso di elaborazione è favorire l’inserimento lavorativo in settori tradizionali, come l’artigianato e i vecchi mestieri dimenticati.

“In un momento di esasperata modernizzazione – afferma il sindaco Biagio Di Muro – tutte le più recenti statistiche dimostrano che esistono concreti sbocchi occupazionali nei mestieri legati all’artigianato e al territorio, con ricadute lavorative serie e reali. Nell’epoca in cui la globalizzazione sta mostrando tutti i segni della crisi, gli studiosi ci indicano la strada del ‘glocal’ e cioè della valorizzazione della dimensione locale in una proiezione di ampio mercato”.

Ne è convinto anche il consigliere Munno: “Non occorre andare troppo lontano per rendersi conto che in altre realtà del Paese, come per esempio nel Nord Italia, la crisi occupazionale si è fatta sentire di meno proprio per la tendenza di tanti giovani a specializzarsi in mestieri con grandi potenzialità di mercato. Non credo di scoprire nulla di straordinario se affermo, con convinzione, che l’artigianato artistico o la manualità di idraulici, impiantisti, panificatori e quant’altro rappresentano ottime opportunità di inserimento lavorativo e, nel caso dei minori con problemi di natura penale, anche sociale”.

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