NAPOLI – Ha chiesto e ottenuto negli ultimi due anni rimborsi per circa 64mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti. E’ questa l’accusa contestata al consigliere regionale del Pdl, Massimo Ianniciello, 40 anni, che si è visto notificare stamattina, nella sua casa a Casandrino (Napoli) una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per truffa aggravata. All’esponente politico è stato anche sequestrato l’appartamento “fino all’ammontare di 63.807 euro”, pari cioé all’importo della presunta truffa.
Con l’arresto di oggi entra nella fase cruciale l’inchiesta del pm Giancarlo Novelli, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, che da un paio di mesi, insieme con gli investigatori della Finanza, stanno esaminando le carte sequestrate nella sede del consiglio al Centro Direzionale e relative alle somme erogate ai consiglieri, a titolo di rimborsi per l’attività istituzionale. Una cifra quantificata complessivamente in 4-5 milioni di euro all’anno che, in molti casi, sarebbero stati corrisposti indebitamente. Il filone di indagine in cui è coinvolto Ianniciello – che dopo l’esecuzione dell’ordinanza ha reso noto la decisione di autosospendersi dal partito – è quello dello spese relative al cosiddetto “fondo comunicazione” che è l’unico settore in cui è prevista una sorta di rendicontazione(l’esibizione di ricevute o fatture) per ottenere il rimborso, mentre gli altri due (finanziamento ai gruppi consiliari e fondo assistenza) non prevedono pezze di appoggio, e ciò sulla base di una legge regionale. Dalle indiscrezioni trapelate, vi sarebbero al momento altri tre consiglieri iscritti sul registro degli indagati ma l’indagine potrebbe allargarsi ulteriormente in considerazione del fatto che da un primo esame dei documenti l’erogazione irregolare dei fondi sarebbe stata riscontrata in numerosi casi (alcuni anche “pittoreschi”, come il rimborso delle sigarette o le spese per una festa di capodanno). Ianniciello ha esibito fatture emesse da una società fantasma di Bacoli (Napoli) che ha nella sua ragione sociale il commercio all’ingrosso di rottami ed è formalmente amministrata da due cittadini svedesi che sono risultati irreperibili in Italia e domiciliati presso un’agenzia di viaggi. Il rappresentante operativo di questa società – secondo le indagini della Guardia di Finanza – è risultato un pregiudicato che ha precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione di assegni rubati. Agli inquirenti ha spiegato di aver accettato un compenso di 150 euro per fare da prestanome ma di essere del tutto all’oscuro dell’attività della società (General Trade International). Le fatture intestate a Ianniciello hanno come oggetto “produzione di pubblicazione informativa” e “realizzazione di pubblicazione periodica”. Il gip Roberto D’Auria, che ha firmato l’ordinanza, nel suo provvedimento ha sottolineato che “la mancanza di controlli nell’erogazione dei fondi regionali ha fatto in modo che il malcostume dilagasse”. Per omissione di controllo ha ricevuto un avviso di garanzia anche l’ex capogruppo Fulvio Martusciello, ex capogruppo del Pdl e attuale consigliere delegato per le attibità produttive. E’ indagato per l’ipotesi di concorso nel reato attribuito a Ianniciello e la sua casa è stata perquisita. A lui, secondo i giudici, spettava Il compito di condurre una “idonea istruttoria” sulle richieste di rimborso. Prima della General Trade International, a fornire fatture false a Ianniciello era stata una ditta attiva nel settore dei cartelloni pubblicitari e dei segnali stradali. Il titolare, Giuseppe Vastola, ha riferito di essere stato contattato da alcune persone vicine a Ianniciello, tra cui il dottore commercialista Antonio Pazzona, che è a sua volta indagato: “Mi hanno chiesto di emettere le fatture per importo rispettivamente di 11.700 e 2.304 euro. Mi è stato dettato l’oggetto della prestazione da indicare nelle stesse fatture che ho provveduto io steso a redigere. Non ho reso alcun tipo di collaborazione o prestazione”.
“Come abbiamo fatto fin dall’inizio, massima collaborazione con la magistratura da parte di tutti”, ha commentato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. “L’azione della magistratura – ha detto il presidente del consiglio regionale Paolo Romano – è importante perché mette in campo un’azione di controllo che eviterà che chi sbagliava, in buona o cattiva fede, non potrà più avere giustificazioni.”. Secondo Romano comunque il consiglio “ha dato un’ottima risposta sul taglio dei costi della politica: è la strada – ha aggiunto – che ci chiedono i cittadini della Campania e noi dobbiamo avere la capacità di andare avanti su questa strada”. “C’é una cosa che dovrebbe accomunare la chiesa e la politica: guardare sempre al bene degli altri, non pensare sempre a fare i propri interessi egoisticamente e scandalosamente”, è l’ammonimento dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe.
Interviste a Caldoro e Romano